Gambizzati due fratelli, titolari di una pizzeria: giallo nel Torinese

Redazione
Gambizzati due fratelli, titolari di una pizzeria: giallo nel Torinese

Gambizzati due fratelli, titolari di una pizzeria: giallo nel Torinese. Due uomini sono stati feriti a colpi di pistola ieri sera fuori dalla pizzeria 7 Rosso a Castellamonte, nel Torinese.

Sono il titolare del locale e il fratello, residenti a Feletto, un paese vicino. Chi gli ha sparato li aspettava fuori.

Ha esploso più colpi di pistola da un’auto ed è fuggito. Sull’accaduto indagano i carabinieri.

I due feriti sono colpiti alle gambe, soccorsi dal 118 e trasportati all’ospedale Cto di Torino.

È successo  intorno alle dieci e mezzo di ieri sera. Sono stati i clienti a chiamare il 112.

L’allarme è scattato pochi minuti dopo e sul posto sono arrivate diverse pattuglie dei carabinieri che poche ore dopo hanno portato in caserma un sospetto.

È un pregiudicato del posto che si sarebbe dato alla fuga poco dopo la sparatoria. Si cerca la pistola sul greto dello Stura. Tra le ipotesi: usura o racket. Ma non sono escluse altre piste.

Sequestrate nel Vercellese ville e terreni per 1,5 milioni

La Guardia di Finanza di Vercelli ha sequestrato beni immobili per 1,5 milioni di euro ad una nota famiglia di etnia rom del territorio.

Le indagini sono state condotte insieme con la Direzione Investigativa Antimafia di Milano e il Reparto Operativo dei Carabinieri di Bergamo.

Ha riguardato in particolare 6 persone che risiedono da anni tra i comuni di Gattinara e Rovasenda, già gravate da condanne per reati contro la persona e il patrimonio.

Sequestrate tre ville di pregio e due terreni a loro riconducibili, sotto controllo ora dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Torino.

Quest’ultimo ha emesso il provvedimento di sequestro eseguito dai finanzieri vercellesi su richiesta del direttore della Dia.

Gli inquirenti hanno ricostruito gli investimenti patrimoniali della famiglia, accertando il nesso tra attività delittuosa e flussi di denaro impiegati poi nell’acquisto delle case di lusso.

Le abitazioni di prestigio, è emerso durante le indagini, non erano coerenti con i redditi delle persone coinvolte.

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