Genova: omicidio al centro, ucciso Manuel Di Palo, militante Casapound
Genova: omicidio al centro, ucciso Manuel Di Palo, militante Casapound . È ucciso a colpi di pistola dopo una lite il 38enne morto ieri pomeriggio in pieno centro a Genova. L’omicidio è avvenuto in via Polleri nel quartiere del Carmine. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorritori per il giovane non c’è nulla da fare.
Il personale medico del 118, arrivato sul luogo della sparatoria insieme con gli agenti della polizia e i carabinieri, ha provato a rianimarlo senza però riuscirci. L’allarme è lanciato poco dopo le 18 di ieri, martedì 25 aprile.
In quel momento la zona che si trova a ridosso di piazza della Nunziata era affollata di residenti e turisti. Stando a quanto si apprende sembra che l’autore della sparatoria, Filippo Garibaldi, abbia cercato di scappare, nascondendosi in chiesa, prima di essere arrestato dalla polizia.
L’assassino, un “camallo” della Culmv (Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie), figura di spicco di Libera Piazza, associazione no vax e no green pass, ha ucciso l’uomo a seguito di una lite. L’uomo è portato in Questura dagli investigatori della Squadra mobile.
L’arma del delitto trovata sotto un’auto
L’arma del delitto è stata individuata sotto un’auto parcheggiata in piazza Bandiera, poco distante dal luogo dell’omicidio: secondo gli inquirenti sarebbe lasciata lì dall’autore dell’omicidio in un vano tentativo di disfarsene. Sul posto è intervenuta anche la Scientifica per i rilievi del caso.
Intanto gli agenti hanno interrogato il custode, Jean Pascal Colì, della basilica dell’Annunziata che si è trovato dinanzi all’uomo che poco prima aveva esploso i colpi mortali. “È entrato in chiesa e si è seduto su un altare laterale, ha raccontato l’uomo.
“Chiama la polizia, ho sparato a un uomo”, diceva. Non riusciva a respirare. Così lo abbiamo calmato e abbiamo chiamato la polizia. Avrà avuto 40 anni. Era sconvolto”.
Il custode ha poi aggiunto di non averlo mai visto in chiesa né nel quartiere: “Aveva dei guanti da lavoro ma non riusciva a stare fermo, continuava a dire ‘chiama la polizia o la chiamo io’”.
