Giallo a Bari, donna uccisa con ripetute coltellate

Redazione
Giallo a Bari, donna uccisa con ripetute coltellate

Giallo a Bari, donna uccisa con ripetute coltellate. Giallo a Bari dove una donna di 81 anni, Lucia Lupelli, è stata trovata senza vita, ieri sera, nella sua abitazione in via Andrea Gabrieli, nel quartiere Carrassi, dove pare vivesse da sola.

La vittima sarebbe stata uccisa con ripetute coltellate assestate all’altezza dell’addome, per tanto si ipotizza il reato di omicidio volontario. Il cadavere dell’anziana, che stando alle prime informazioni disponibili, viveva da sola, è stato rinvenuto in cucina dalla polizia.

Gli uomini delle forze dell’ordine per entrare in casa hanno avuto bisogno dell‘intervento dei vigili del fuoco. Sono stati alcuni parenti ad allertare le forze dell’ordine visto che non riuscivano a mettersi in contatto con la donna.

Le indagini, a largo raggio, sono condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dal pubblico ministero Claudio Pinto. Il medico legale Francesco Introna effettuerà l’autopsia per chiarire i contorni della vicenda.

L’ipotesi di reato al momento contro ignoti è di omicidio volontario e si teme che la donna sia stata rapinata. Anche per questo sono in atto verifiche per riscontrare la mancanza di oggetti di valore dall’appartamento.

Paralimpiadi: Bianco, cancro mi ha tolto gamba ma non coraggio

Per vincere le Olimpiadi serve una grande preparazione atletica; ma soprattutto occorrono tanto coraggio e tanta determinazione. Lo spiega chiaramente, in una lettera affidata alla pagina Facebook di ‘Inchiostro di Puglia’, la 26enne nuotatrice pugliese Vittoria Bianco.

La donna di Putignano (Bari) il 29 agosto ha conquistato la medaglia d’Oro nella staffetta femminile 4×100 stile libero, ai giochi Paralimpici di Tokyo, con la squadra delle ‘azzurre’.

Vittoria racconta la sua lotta contro il cancro che nel 2016 le ha tolto “un pezzo” del proprio corpo, la gamba destra, “amputata” per le complicanze “dovute a cinque interventi chirurgici”. Un duro colpo al quale Vittoria reagisce con fermezza e un pizzico di ironia.

“Sono tutta d’un pezzo quando si tratta di dare il massimo”. “A 6 anni – scrive – ho imparato a nuotare, a 10 sono entrata a far parte di una squadra agonistica e di lì il nuoto non mi ha mai più abbandonata. Ma come in ogni fiaba, la vita riserva anche momenti bui e dolore”.

Nel 2015, quello “che secondo i medici era ‘nulla di grave’ inizia a tormentare e stravolgere la mia vita”. Vittoria ricorda quando sentì pronunciare la parola “che nessuno voleva mai sentirsi dire: ‘cancro'”.

Il ginocchio Nemo

Il suo ginocchio “era diventato grande quanto un pallone” che “per quanto mi è stato attaccato mi faceva perfino tenerezza, tanto da battezzarlo scherzosamente ‘Nemo’, come il pesciolino del film d’animazione, a cui si somigliava tanto.

Ricordo mia sorella Carmen che per sdrammatizzare mi imitava mettendo il peluche di ‘Nemo’ infilato nella gamba del pantalone”. Vittoria arrivò “a pesare 35 chili: ero pelle ed ossa”.

Del giorno dell’amputazione non ricorda “moltissimo” ma suo padre, “ex atleta mezzofondista Fidal poi deviato alle gare di ballo liscio“, le racconta “che appena sveglia in sala operatoria, ancora attaccata a tubi e tubicini”, la prima cosa che gli disse fu: “Papà stai tranquillo, vado a Tokyo!'”.

Vittoria si era preparata “psicologicamente per l’operazione facendo una ricerca sugli atleti Paralimpici” per dare forma al suo “progetto”. Poi, “il 10 luglio 2021, a Napoli la convocazione ufficiale alla Paralimpiade.

Un’emozione immensa, indescrivibile – ricorda – come quella vissuta qualche giorno fa a Tokyo”. “Con queste parole – conclude Vittoria – voglio augurare a tutti di realizzare i propri sogni. Perché la vita è fatta di sfide da superare e sogni da realizzare

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