Gianluca Vacchi lascia l’azienda di famiglia per 700 milioni

Redazione
Gianluca Vacchi lascia l’azienda di famiglia per 700 milioni
Gianluca Vacchi

Gianluca Vacchi ha dichiarato pubblicamente che ha lasciato Ima, l’impresa familiare, ricevendo in cambio 700 milioni di euro. Questo annuncio è fatto da lui stesso durante un’intervista con il Resto del Carlino. Dove ha discusso anche del suo futuro e della sua relazione, assolutamente non tesa, con il cugino Alberto Vacchi

Che è il presidente e CEO dell’impresa, un peso massimo nel settore del packaging da anni con fabbriche in tutto il mondo. Negli ultimi anni, Gianluca Vacchi, con i suoi 47 milioni di seguaci, è diventato un influencer e ha rivelato che ha deciso di lasciare l’impresa.

La motivazione di Gianluca Vacchi

“Non perché non ho fiducia negli scenari futuri della multinazionale, ma perché sono un cultore del transito della vita. Di vite ne ho avute tante, a 56 anni ne inizierò una nuova in cui potrò disporre del mio patrimonio. Ora ho una famiglia, i padri cercano di rendersi autonomi”, precisando che Ima “resta parte di un lungo cammino che è durato 30 anni”.

Quindi, qualunque persona si stia interrogando sulle future mosse dell’imprenditore Gianluca Vacchi, che riceverà 700 milioni di euro in due versamenti. La stessa risposta che lui ha fornito è “imprese, sociale e mia figlia”, che ha avuto con la sua compagna Sharon, e con cui viaggia costantemente tra Miami e Bologna.

“Il mio cuore è a Bologna, mi piace stare qui – ha aggiunto Vacchi -. È dove sono nato, dove ho sempre vissuto. Allo stesso tempo sapere che Ima punta a Wall Street mi riempie di orgoglio. Un orgoglio anche un po’ provinciale, ma bello“.

Proprio nel capoluogo Emiliano, Gianluca Vacchi ha la sua leggendaria dimora, da tutti chiamata L’Eremita. “Quando sono qui faccio davvero un po’ l’eremita. Tutti pensano che mi dedichi alle feste, ma non è così. Faccio sport, mi alleno, sto con la famiglia, incontro persone per il mio lavoro di imprenditore.

Poi, certo, ammetto che le beghe dei partiti le trovo piuttosto noiose. Oggi non dovrebbero più esistere posizioni di destra o di sinistra, ma la distinzione tra persone consapevoli delle problematiche sociali e persone che lo sono meno“.

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