Giorgio Pasotti: “Il vero problema sono i registi”

Redazione
Giorgio Pasotti: “Il vero problema sono i registi”
Giorgio Pasotti

Giorgio Pasotti: “Il vero problema sono i registi”. Con una vasta esperienza come attore e regista, Giorgio Pasotti festeggia i suoi successi professionali. E si presenta come padre a Vanity Fair, in occasione della prima edizione del Season International Series Festival.

Preparandosi per dirigere il suo terzo film, il rinomato “dottor Marco” della famosa fiction televisiva Lea – I nostri figli, si sente pienamente soddisfatto e impegnato. “Ho sempre lavorato con grande passione e ho ottenuto quello che ho mediante dedizione e impegno al lavoro, e ciò mi fa sentire in armonia con me stesso”.

Il sogno di diventare medico

Abbracciare la passione per la recitazione ha segnato un punto di svolta monumentale nella esistenza di Giorgio Pasotti. “Avevo inizialmente aspirato a diventare un medico. Inaspettatamente, mi sono immerso in questa professione con ritmo incessante. Da una prospettiva, sono rimasto un po’ perplesso, ma dall’altra, non ho avuto manco l’opportunità di riflettere sul fatto che stessi imboccando un percorso diverso”, rivela.

La deviazione non l’ha intimidito: “Credo con tutto il mio cuore nella potenza del destino. Ognuno di noi ne ha uno, e la scelta se inseguirlo o ignorarlo è solamente nostra. Alla fine dei conti, se prendi una nuova direzione e questa è la giusta, ti troverai davanti solo porte spalancate”.

I problemi del cinema italiano secondo Giorgio Pasotti

Giorgio Pasotti è un pioniere, uno dei primi in Italia a sfidare il preconcetto di alternare il ruolo di attore e regista. E’ una tendenza che sta diventando sempre più prevalente oggi. Tuttavia, per Giorgio Pasotti non è tutto rose e fiori. “Il cuore della questione è che, salvo rare eccezioni, l’Italia è a corto di registi di grande calibro”, ha ammesso.

Non mancano certo i professionisti, ma sono pochi i veri talenti. E’ dolorosamente evidente l’assenza di brillanti sceneggiatori che sappiano narrare le nostre storie su un palcoscenico globale, così come di audaci produttori. Mario Monicelli sosteneva che il cinema non fosse un’arte pura, in quanto viene creato con ingenti somme di denaro. E i conti devono quadrare: se non riusciremo a convertire il cinema in un settore industriale, rischiamo di incontrare ostacoli insormontabili da correggere”.

La vita da padre

Giorgio Pasotti riconosce che i rapporti tra genitori e figli vengono severamente messi alla prova. Il compito delicato di essere un genitore per Maria, sua figlia di 13 anni nata dall’amore con Nicoletta Romanoff, si rivela per lui una sfida gigantesca.

“Essere un genitore è un compito gravoso, regolato da nessuna regola e ciascuna esperienza è unica nel suo genere. Ci si impegna a fare il meglio per se stessi e speriamo anche che le cose vadano per il meglio. Nelle metropoli come Milano e Roma, è una battaglia difficile tenere sotto controllo gli impulsi dei giovani che convertono la loro energia nella violenza.

Viviamo in tempi ardui, ma io cerco di navigare nell’istinto con mia figlia”. Interrogato sulla prospettiva di avere un altro figlio, ha dichiarato “È un’esperienza così meravigliosa che mi piacerebbe rivivere. Se non dovesse succedere, sono contento anche così. La genitorialità è una vocazione interiore, non un obiettivo da inseguire a tutti i costi”.

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