Giornata della Memoria per le Vittime del Terrorismo e della Mafia: Dovere di Verità e Giustizia
Una data, un dovere di verità e giustizia, per non dimenticare chi ha sacrificato la vita per la democrazia e la legalità

Giornata della Memoria per le Vittime del Terrorismo e della Mafia: Dovere di Verità e Giustizia. Una data, un dovere di verità e giustizia, per non dimenticare chi ha sacrificato la vita per la democrazia e la legalità.
Ogni 9 maggio, l’Italia celebra la *Giornata della Memoria per le Vittime del Terrorismo, delle stragi e della mafia*, un evento solenne dedicato a ricordare chi ha sacrificato la vita per la giustizia, la libertà e la difesa delle istituzioni democratiche.
Questa data è significativa: segna l’anniversario del ritrovamento, nel 1978, del corpo senza vita di Aldo Moro, politico democristiano assassinato dalle Brigate Rosse.
Nello stesso giorno, in una tragica coincidenza, la mafia uccideva il giornalista Peppino Impastato, noto per la sua lotta contro la criminalità organizzata.
Un impegno di memoria
Questa giornata non è solo un ricordo; offre l’opportunità di rinnovare l’impegno civile contro la violenza e l’oppressione. Istituzioni, scuole, associazioni e familiari delle vittime si uniscono per cerimonie, incontri, letture e proiezioni, restituendo voce e memoria a chi è stato vittima.
La memoria serve non solo come tributo, ma anche come strumento di costruzione di una società più consapevole e resistente alle minacce autoritarie e criminali.
Storie di coraggio e dignità
Ogni nome inciso su lapidi e monumenti racconta una storia di coraggio e impegno verso il Paese. Dalle vittime delle stragi di Piazza Fontana (1969), Piazza della Loggia (1974), Bologna (1980), ai servitori dello Stato come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuela Loi, Boris Giuliano, e molti altri caduti per mano mafiosa o terrorista.
Ognuno di loro rappresenta un elemento fondamentale della memoria collettiva che oggi viene onorata.
Le istituzioni e il supporto ai familiari
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato alla cerimonia ufficiale al Quirinale, affermando che “la Repubblica non dimentica e non dimenticherà mai. Le ferite del terrorismo e della mafia sono quelle dell’intero Paese.”
Ha poi incontrato i familiari delle vittime, spesso in prima linea nella ricerca di verità e giustizia, malgrado gli ostacoli posti da depistaggi e silenzi.
Il Presidente del Consiglio e i Presidenti delle Camere hanno preso parte ad eventi in tutta Italia, sottolineando l’importanza dell’educazione alla legalità come metodo di prevenzione contro la violenza.
Scuole e nuove generazioni
Le scuole hanno un ruolo chiave: migliaia di studenti in tutta Italia si sono coinvolti in eventi di memoria attiva, come il concorso “Tracce di Memoria”, laboratori, incontri con testimoni, documentari, letture teatrali e esposizioni.
Educare alla memoria significa dare senso alla storia, sviluppare pensiero critico e trasmettere valori per contrastare l’indifferenza e l’omertà, strumenti potenti per mafiosi e terroristi.
Una memoria ancora da completare
Nonostante i progressi raggiunti, esistono ancora lacune nella ricostruzione storica e giudiziaria di numerosi eventi legati al terrorismo e alla criminalità organizzata.
Gli ostacoli sono rappresentati da depistaggi, segreti di Stato e archivi ancora non desecretati, impedendo l’accesso alla verità completa. I familiari delle vittime chiedono che la memoria si traduca in azioni concrete. Aprire gli archivi, superare le reticenze delle istituzioni e fare tutto il necessario per identificare chi ha operato nell’ombra.
Ricordare per trasformare
La Giornata della Memoria delle Vittime del Terrorismo e della Mafia rappresenta un avviso costante contro l’oblìo e la disattenzione. Essa serve come richiamo alla responsabilità collettiva e stimola la creazione di un Paese in cui il coraggio di svelare la verità prevale sulla paura, e dove lo Stato sostiene i suoi cittadini più valorosi.
Ricordare da solo non basta: è essenziale anche agire, acquisire consapevolezza ed educare. Solo così il sacrificio di molti non sarà stato invano.
Maria Laudando