Giovan Battista Mangiaracina identificato il corpo dopo sette anni
L'uomo di Mazaro, allora 39enne, è morto in Spagna, a Barcellona, il 1° marzo del 2017 cadendo da una impalcatura
Giovan Battista Mangiaracina identificato il corpo dopo sette anni. L’uomo di Mazaro, allora 39enne, è morto in Spagna, a Barcellona, il 1° marzo del 2017 cadendo da una impalcatura.
Il 1° marzo 2017, a Barcellona, Spagna, si è spento Giovan Battista Mangiaracina, conosciuto come Gianni, nato nel 1978 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani.
La sua scomparsa era stata segnalata dalla moglie, Vita Burzotta, il 9 marzo sette anni fa alle autorità. Recentemente, Vita ha comunicato che gli investigatori spagnoli hanno trasmesso al pronto soccorso di Barcellona le impronte digitali dell’uomo deceduto, le quali corrispondono a quelle di Gianni.
Pare che egli sia caduto da un impalcatura il 17 febbraio 2017, data dalla quale la moglie non ha più avuto notizie di lui. Oggi, grazie all’uso delle impronte digitali – ora in possesso della polizia italiana dopo che Mangiaracina era stato arrestato per reati legati alle droghe, nonostante fosse poi stato assolto – finalmente è stata identificata la vittima.
L’ipotesi spagnola del furto
Le autorità spagnole sostengono che l’uomo sia cascato da un ponteggio mentre tentava di commettere un furto. Questa versione è stata fortemente contestata dai familiari e dal loro brillante legale barese, Antonio Maria La Scala, che afferma.
“Come è possibile affermare che è caduto perché stava cercando di commettere un furto? Noi sappiamo che era in Spagna per lavorare. Non era coinvolto in attività illecite.
Siamo davvero sconcertati di fronte a queste dichiarazioni delle autorità spagnole e siamo sbalorditi dal fatto che la polizia di Barcellona abbia impiegato ben sette anni per identificare il cadavere.
Inoltre, se effettivamente fosse stato un tentativo di furto, perché non hanno fatto gli opportuni accertamenti? È solo con noi italiani che si comportano in questo modo”.
Le autorità spagnole hanno dichiarato che, in seguito alla sua caduta dall’impalcatura, Mangiaracina non è stato inizialmente identificato a causa dell’assenza di documenti e del suo stato di incoscienza.
Solo grazie a un tatuaggio che riportava il nome “Giada” è stato possibile dedurre che si trattava di un italiano. La trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?” si è interessata alla scomparsa di Mangiaracina nel 2017.
Ora, tramite il suo avvocato La Scala, la vedova sta chiedendo al ministero degli Esteri di agire tempestivamente per trasferire la salma a Mazara del Vallo e acquisire la documentazione relativa alla ricerca del marito, alle cause della sua morte e alle indagini condotte in questi sette anni.