Giulia Tramontano: trovato il coltello. Documenti in un tombino

Redazione
Giulia Tramontano: trovato il coltello. Documenti in un tombino

Giulia Tramontano: trovato il coltello. Documenti in un tombino . “Giulia è sparita, si è allontanata da casa. Ha portato con sé i documenti e il bancomat“, aveva raccontato Alessandro Impagnatiello ai Carabinieri domenica 28 maggio, dopo aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano.

Oggi quei documenti sono ritrovati dentro un tombino nel parcheggio della metropolitana Comasina a Milano. A scovarli gli uomini della Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Milano, che da mezzogiorno stanno effettuando i rilievi tecnico-scientifici tra l’abitazione di Senago e i luoghi indicati dal barman 30enne.

Proseguono intanto le ricerche per recuperare anche il cellulare di Giulia Tramontano che, secondo quanto dichiarato dallo stesso Impagnatiello, sarebbe gettato tra le acque del tombino alla periferia di Milano insieme ai documenti della 29enne uccisa.

Il depistaggio delle indagini

Non si tratta certo di oggetti casuali. Inscenare la sparizione di carte di pagamento, documenti personali e cellulare di Giulia Tramontano serviva ad Alessandro Impagnatiello per depistare le indagini, e condurre gli investigatori sulla pista dell’allontanamento volontario.

Una piccola parte di un folle disegno, nato per coprire l’efferato omicidio della sera di sabato 27 maggio. I documenti e il bancomat spariti, i messaggi al cellulare spento di Giulia Tramontano dopo la sua morte (“Baby, dove sei? Ti stiamo cercando tutti, siamo preoccupati“).

La denuncia spontanea ai Carabinieri e le ronde in paese fingendo di cercare Giulia (“Qualcuno ha visto la mia fidanzata? È scomparsa da stamattina“). Tutto doveva far pensare alla fuga della fidanzata, “sparita in un paese lontano” in preda alla disperazione.

Quando in realtà era già assassinata a coltellate poche ore prima, e successivamente i tentativi di darla alle fiamme.

I rilievi della Scientifica dei carabinieri di Milano

Nell’abitazione di Alessandro Impagnatiello a Senago, dove è avvenuto il delitto, sono nel frattempo in corso i rilievi tecnico-scientifici della Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Milano.

Si cercano tracce per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, dopo la confessione del barman nella notte tra mercoledì 31 maggio e giovedì 1 giugno, quattro giorni dopo l’omicidio della compagna. Sul posto anche il sostituito procuratore Alessia Menegazzo e il Procuratore Aggiunto Letizia Mannella, che coordinano le indagini.

L’arma che ha ucciso Giulia Tramontano

L’arma è indicata, è repertata, sapremo tutto quanto all’esito“, ha detto l’avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti uscendo dal sopralluogo durante il quale è trovato il coltello che Alessandro Impagnatiello avrebbe usato per uccidere la fidanzata nella loro casa di Senago.

Si tratta dell’arma che il barman 30enne ha detto di aver lavato e riposto dopo l’omicidio in un ceppo portacoltelli sopra il frigorifero della cucina. Poco prima avevano lasciato la casa senza rilasciare dichiarazioni anche il pm Alessia Menegazzo e il procuratore aggiunto Letizia Mannella.

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