Grazie, è bello rivedervi, l’abbraccio di Eriksen alla squadra

Redazione
Grazie, è bello rivedervi, l’abbraccio di Eriksen alla squadra

Grazie, è bello rivedervi, l’abbraccio di Eriksen alla squadra. Christian Eriksen ha lasciato l’ospedale. Una settimana fa rischiava di morire in campo, per essere andato in arresto cardiaco a causa di un malore improvviso, oggi è a casa circondato dall’affetto della famiglia.

E sta bene. Poco importa adesso se potrà continuare a giocare al calcio, se potrà farlo in Italia (difficile, alla luce della normativa molto rigida) oppure in un’altra squadra all’estero. Importa di più che sia vivo nonostante tutto.

Il centrocampista danese ha subito un’operazione al cuore: gli hanno impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Una specie di ‘bacchetta magica’ che interviene a correggere eventuali anomalie per evitare che l’ingranaggio s’inceppi.

Daley Blind, calciatore dell’Ajax e dell’Olanda, ha lo stesso congegno e la sua storia è incoraggiante per lo scandinavo che, a 29 anni, desidera tornare in campo (al netto dei protocolli sull’idoneità sportiva).

Relax assoluto

Non ora. Ma ci proverà se dagli specialisti arriverà il via libera. Questo è il tempo del relax assoluto e della tranquillità, lontano dallo stress delle partite, degli allenamenti e dalla pressione psicologica del risultato a tutti i costi.

Eriksen lo sa ma, prima di congedarsi da quel microcosmo che fino a sette giorni costituiva gran parte della vita quotidiana, ha chiesto e ottenuto di rendere visita ai compagni di nazionale, alla squadra – medici compresi – che gli ha salvato la vita in quel pomeriggio di paura e angoscia.

E che gli ha fatto da scudo nel momento in cui la sua vita era appesa a un filo. “Sei tornato?”, gli disse il dottore che lo aveva rianimato. “Sì, sono con voi… ho solo 29 anni, dannazione”, replicò il giocatore che era crollato sul prato.

Eriksen ha riabbracciato tutti nel ritiro della Danimarca a Helsingor. E non c’è bisogno di spiegare quali possano essere state le emozioni nel rivederli. “L’operazione è andata bene e anche io sto bene date le circostanze.

È stato grandioso rivedere i ragazzi dopo la fantastica partita che hanno giocato contro il Belgio. – Non serve dire che tiferò per loro lunedì contro la Russia”. La sua vicenda ha tenuto il mondo del calcio col fiato sospeso ma, per fortuna, c’è stato il lieto fine.

La solidarietà

Dall’Italia anche l’Inter s’è stretta intorno a lui e vorrebbe rendergli visita. Lo farà solo se il calciatore sarà in condizione di ricevere visite. Ci sarà prima un contatto telefonico e poi verrà presa una decisione.

Il club riceverà la cartella clinica del calciatore che a luglio dovrebbe essere a Milano per ripetere i test cardiologici che ha svolto anche in Danimarca. Solo allora si capirà se potrà restare o meno in Serie A e cosa accadrà al suo contratto con i nerazzurri.

Per adesso “chiediamo solo tranquillità”, ha fatto sapere la moglie Sabrina, che corse in campo dopo aver visto il marito in gravi condizioni. Ed è giusto che prenda tutto il tempo che gli è necessario per tornare in piena salute. (Fonte fanpage.it)

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