Guerra continua fra Guendalina Tavassi e Umberto D’Aponte

Redazione
Guerra continua fra Guendalina Tavassi e Umberto D’Aponte

Guerra continua fra Guendalina Tavassi e Umberto D’Aponte. Cosa non è successo in un anonimo martedì sera di inizio novembre sull’asse Guendalina Tavassi – Umberto D’Aponte. È partito tutto da un video di lei che mostra il suo telefono distrutto.

“Vi avverto dal telefono del mio avvocato Leonardo. Sono stata aggredita nuovamente dalla stessa persona. Non so come avvertire nessuno e a breve troverò il modo di tornare qui da voi”.

Lui replica: “Lei e il suo avvocato mi hanno tratto in inganno, stavano registrando le mie dichiarazioni”. Poi tutto slitta in una live di Guendalina Tavassi che fa ascoltare audio e fa vedere video di presunte molestie. Si sente anche l’audio di una delle figlie che direbbe al padre: “Ti voglio bene ma tu insulti e picchi mamma”.

I due, dai rispettivi account, trasalgono e trascendono, mettendo i propri affari in pubblica piazza, in pasto a tutto e tutti con tutte le conseguenze del caso (commenti beceri, approssimazioni e altre bruttezze di cui l’umanità dispone, soprattutto a mezzo social).

La reazione di Umberto D’Aponte

Umberto D’Aponte in un primo momento pubblica una serie di storie dove prova a spiegare i motivi che lo avrebbero spinto a rompere il telefonino di Guendalina Tavassi:

Sono qui a mettere chiarezza. Quello che è successo l’avrei fatto restare tra quattro mura, ma siccome dall’altra parte si cerca sempre la popolarità e diffamare e spalare merda su una persona…da questa parte non posso stare zitto. Io non ho aggredito nessuno. Non ho messo mani addosso a nessuno.

Quello che è successo stamattina nello studio del suo pseudo-avvocato: sono stato chiamato per definire la situazione bambini, divorzio. Parlavamo di situazioni nostre intime che conoscevamo entrambi, mentre ne parlavamo mi attaccava di cose che io sono rimasto scioccato.

Quando ho pensato tra me e me che qualcosa non andava, aveva il suo telefono sulla scrivania e stava registrando praticamente tutto, così ho preso e gli ho spaccato il telefono. Ho avuto una reazione istintiva. Riguardo mani addosso, ve lo giuro sulla mia vita non l’ho nemmeno sfiorata con un dito.

Tra l’altro me l’ha spaccato anche a me il telefono. Mi hanno tratto in inganno. Ho denunciato e querelato tutto per diffamazione. Provvederà il giudice adesso. Io non parlo più.

La live di Guendalina Tavassi

Nella tarda serata di martedì 9 novembre, Guendalina Tavassi in una live su Instagram vuota il sacco su Umberto D’Aponte mostrando video, conversazioni audio private di numerose liti. Immagini decisamente forti date in pasto al pubblico dei social: “Io non ce la faccio più, l’ho sopportato cinque anni”.

Passo da zoccola io per dei video richiesti da lui, quando invece lui aveva le amichette. Passo io da zoccola perché io sono donna e lui invece è bravo, eh? Può insultare e può infangare, perché io voglio fare i follower, eh? Ho rovinato la mia vita, ma quella dei figli miei non la rovino.

E dai social, tra i commenti, piovono tantissimi insulti. Guendalina Tavassi si difende: “Insulti dalle donne, è incredibile. È una vita che subisco ingiustizie di questo tipo. Sto facendo la diretta perché sono esausta di tutto”. E mentre Guendalina Tavassi va in diretta, anche Umberto D’Aponte fa lo stesso commentando in tempo reale tutto.

“Umberto D’Aponte è una persona violenta”

“Umberto D’Aponte è una persona violenta e non sta bene” dice Guendalina Tavassi. Poi contrattacca ancora: “Mi ha offerto dei soldi per non rompergli più il cazzo e non vedere più i bambini. Non vuole più vederli.

Vuole quando gli pare a lui. Ha provato anche a chiedere il mantenimento, perché lui è nullatenente. Eppure c’ha cinquecentomila euro di autosaloni, però non dà un cazzo per i figli”.

La versione dell’avvocato

L’avvocato Leonardo, difensore di Guendalina Tavassi, chiamato in causa più volte dai video di Umberto D’Aponte, prende la parola nella live e spiega che erano oggi nel suo studio per cercare di trovare un accordo sulla divisione dei giorni per i figli.

Sono un padre e ho cercato di aiutarli, perché li capisco. Ero anche il suo avvocato e lui aveva firmato un accordo per un assegno di mantenimento da duemila euro, che non ha mai dato. Da quel momento, lui ha revocato la mia nomina e ha firmato la liberatoria affinché potessi rappresentare solo Guendalina.

Lui aveva assunto una collega, poi ha revocato di nuovo. Lui viene da me e ritorna a chiedere la separazione consensuale. Eravamo al tavolo oggi e non si parlava di soldi se non del fatto di come gestire i bambini, quali giorni per Guendalina, quali per lui.

Bambini già traumatizzati per la separazione che dovevano trovare un minimo di serenità. Alla mia scrivania, il punto d’incontro non si è trovato. Mi spiace perché questo signore io volevo aiutarlo e io tante volte gli ho parato il culo. Il signore mi accusa di essere uno pseudo-avvocato, ma io volevo dare una mano.

Io difendo madri che non vogliono far vedere i figli ai padri. Qui, era il contrario. Volevamo creare la serenità, tu hai distrutto tutto. E hai fatto un reato distruggendo il telefono di Guendalina.

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