Il buco nell’ozono è diventato più grande della Russia

Redazione
Il buco nell’ozono è diventato più grande della Russia

Il buco nell’ozono è diventato più grande della Russia. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre il buco nell’ozono sull’Antartico ha raggiunto un picco massimo di estensione pari a 24 milioni di chilometri quadrati.

La crescita della voragine nell’ozonosfera si era avviata a metà agosto ed è culminata nel weekend della scorsa settimana, iniziando poi un percorso inverso.

Adesso, secondo una nota pubblicata dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il buco si è già ristretto di 1 milione di chilometri quadrati rispetto alla settimana scorsa.

Tali fluttuazioni del buco dell’ozono tuttavia non devono stupire, poiché ciclicamente esso raggiunge le dimensioni massime proprio durante questo periodo dell’anno.

L’estensione è intimamente connessa alle temperature e a fenomeni climatici, che possono influenzare l’azione delle sostanze prodotte dall’uomo alla base della voragine.

Il dato di quest’anno fa comunque riflettere, considerando che solo nel 2019 il buco aveva raggiunto le dimensioni minime dal 1982.

Secondo i dati della NASA e dell’Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica (NOAA), infatti, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre dello scorso anno l’estensione era pari “solo” a 10 milioni di chilometri quadrati.

In quel caso le dimensioni contenute furono guidate dall’impatto dei cambiamenti climatici, mentre quest’anno a mantenerlo così ampio sarebbe l’effetto del vortice polare.

Secondo gli esperti della WMO nelle prossime settimane la voragine dovrebbe continuare a ridursi fino a raggiungere livelli nella media entro la fine dell’anno.

Le parole del direttore del centro osservazione Vincent-Henri Peuch

“C’è molta variabilità sugli eventi che influenzano il buco nell’ozono ogni anno. Il buco nell’ozono del 2020 assomiglia a quello del 2018.”

“Che era anche un buco abbastanza grande, ed è sicuramente nella parte superiore del gruppo degli ultimi quindici anni circa”.

“Con la luce del sole tornata al Polo Sud nelle ultime settimane, abbiamo assistito a una continua riduzione dell’ozono nell’area.”

“Dopo il buco dell’ozono insolitamente piccolo e di breve durata nel 2019, ne stiamo registrando uno piuttosto grande anche quest’anno.”

“Il che conferma che dobbiamo continuare ad applicare il protocollo di Montreal che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono”, ha aggiunto il professor Peuch.

Il protocollo di Montreal firmato nel 1987 da numerosi Paesi è volto proprio a vietare la produzione e l’utilizzo di determinati composti.

L’annuncio dell’estensione “super” del buco dell’ozono è fatto nel giorno della scomparsa professor Mario Molina.

Vincitore del Nobel per la Chimica nel 1995 proprio per aver scoperto i meccanismi attraverso cui i clorofluorocarburi (CFC) riescono a degradare l’ozonosfera. Fonte Fanpage

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR