Il carabiniere Riccardo Casamassima e il caso Stefano Cucchi
Il carabiniere Riccardo Casamassima e il caso Stefano Cucchi. La storia di un vero Carabiniere che compie il proprio dovere indossando la divisa nel rispetto della Legge.
Chi ha cercato di applicare la Giustizia e la Verità, nonostante la sua professione e la sua vita da uomo, carabiniere, marito e padre, è il Maresciallo Riccardo Casamassima.
Un uomo come tanti che nel corso della sua vita ha deciso di appartenere all’arma dei carabinieri con l’indole della Giustizia, della tutela, del contrastare i reati e di tutto ciò che ne compete mettendo a repentaglio la propria vita indossando la benemerita.
Riccardo Casamassima è il Maresciallo che testimoniò nel caso di Stefano Cucchi e che ha detto la propria verità sul pestaggio, avvenuto nell’ottobre del 2009 nella caserma di Appia, a seguito dell’arresto di uno spacciatore.
Con la testimonianza del Maresciallo Casamassima, il caso Cucchi ha dovuto cucire una grossa piega che ha stravolto la storia di questa tremenda vicenda.
La vicenda processuale
Il 31 ottobre 2014, la Corte d’Appello assolve tutti gli imputati (medici, infermieri, agenti di Polizia Penitenziaria) per la morte di Stefano Cucchi.
A seguito di tutto ciò, la sorella Ilaria, si è attivata chiedendo ulteriori indagini prima del ricorso in Cassazione e in seguito sarà querelata dal sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, perché si è ritenuto che la sorella di Cucchi istigasse all’odio e al sospetto nei confronti dell’intera categoria di soggetti operanti nell’ambito del comparto sicurezza.
Fortunatamente, c’è qualcuno che la verità la conosce ed è proprio Riccardo Casamassima che confidando nella giustizia nelle indagini degli inquirenti per far ottenere giustizia alla famiglia Cucchi, decise di parlare.
Il 30 giugno 2015 rende spontanee le sue dichiarazioni al PM Giovanni Musarò, offrendo delle rivelazioni-choc.
Nell’ottobre 2009, alla presenza della moglie dello stesso Casamassima, Maria Rosati, il maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Tor Vergata esprimeva forte preoccupazione riguardo al pestaggio compiuto dai Carabinieri durante l’arresto di uno spacciatore.
Quella notte, Cucchi venne arrestato dai Carabinieri della Stazione Appia, per essere poi trasferito alla Stazione di Tor Sapienza, dove arriverà già col volto tumefatto.
Nei giorni seguenti, tutti videro le ferite, il sangue e i lividi: Carabinieri, Penitenziaria, magistrato, avvocato e medici del carcere. Stefano Cucchi è morto perché tossicodipendente, anoressico, epilettico. Nessun colpevole.
Dopo le testimonianze di Casamassima, il boato creò il terremoto
Il 16 novembre 2017, dopo oltre 8 anni dalla morte di Cucchi, iniziò il processo per omicidio preterintenzionale ai danni di 5 carabinieri dando l’impressione che finalmente lo Stato si schieri a favore della Verità e di quella giustizia agognata da tutti. Impressione, appunto.
Perché in tutto questo, a pagare per aver detto la verità, c’è un’altra vittima ed è proprio Riccardo Casamassima, punito, trasferito, calunniato, abbandonato.
Riccardo Casamassima si ritrova, dunque, ad essere un uomo solo, abbandonato dalla Stato che doveva stargli vicino al di là della sua professione e quindi giudicato un infame nei confronti dei colleghi.
Dopo avere per anni compiuto arresti di grande rilevanza, aver onorato la divisa ricevendo numerosi encomi e riconoscimenti, diventa improvvisamente un Carabiniere sotto la media, con frequentazioni molto sospette e relegato a compiti marginali all’interno dell’Arma.
Un Carabiniere del suo calibro spedito prima alla Caserma di San Vittorino Romano, il paesino più ad est dell’Agro Romano ed in seguito trasferito alla Scuola Allievi.
Pesanti le ripercussioni economiche e professionali. Vietati gli straordinari, lavoro d’ufficio, per Casamassima un vero e proprio declassamento.
Tutto questo perché?
Attaccato da più parti, senza prove, ad oggi si sente abbandonato dalle Istituzioni, ma non dalla gente comune. Tantissimi gli attestati di stima da parte di chi gli rende merito di aver onorato la divisa che indossa e che tanto dolore gli sta procurando.
Il processo Cucchi non è ancora terminato e anche la moglie di Casamassima è inserita tra i testimoni ed è sentita il 29 settembre da Maria Rosati in qualità di testimone nel Processo Cucchi.
“Il legale della famiglia Cucchi ha dichiarato l’intenzione da parte del Comandante Generale di punire i testimoni”, così scrive Riccardo Casamassima sulla sua pagina Facebook il 23 settembre, chiedendo a tutti di stringersi intorno alla sua famiglia, perché a pensar male si fa peccato, ma molto spesso, lui ci ha azzeccato.
Quando Casamassima è trasferito è messo in un ufficio dove non fa niente e che lui stesso definisce essere imbarazzante anche davanti ai colleghi.
Fece un post sui social e fu contattato dall’ex ministro Trenta. Così mandò all’ex ministro un video dove dimostrava di non fare niente.
Il suo superiore gli rivelò che il comandante generale dei carabinieri, Giovanni Nistri, gli aveva detto di fare pressione su di me; e che se qualcuno si fosse discostato gli avrebbe ’p… in testa’ .
Anche qui Casamassima registrò tutto e denunciò.
Quando litigò con il maresciallo Mandolini al Battaglione di Tor Vergata gli hanno proposto il trasferimento alla stazione di Labico; ma quando andò a trovare il comandante di quella stazione si sentì dire ’ma chi te lo ha fatto fare?’
Intendendo, chi te lo ha fatto fare a denunciare i colleghi, e questo lo convinse a non accettare quel trasferimento.
Riccardo Casamassima ha denunciato il comandante generale dei carabinieri Giovanni Nistri per rivelazione segreto d’ufficio e diffamazione.
Nell’incontro dell’ottobre 2018 con Ilaria Cucchi, all’avvocato Anselmo e al ministro Trenta perchè disse che ero una specie di delinquente; uno spacciatore, per denigrarmi come testimone al processo.
E’ così che Casamassima scopre di essere indagato per droga da una indagine fatta dai carabinieri di Velletri per un reato commesso nel 2014.
In quell’anno si cercò anche una scheda con cui Casamassima parlava con informatori e grazie ai quali, con diversi arresti, ha dato pregio al reparto.
Quando fu ascoltato in uno dei procedimenti per i contatti con pregiudicati venne palesemente fuori che quelle erano delle intercettazioni dove Casamassima svolgeva impeccabilmente il suo lavoro cercando di acquisire notizie del reato.
Oggi, Riccardo Casamassima, vive ancora sotto le pressioni di una giustizia che non esiste; e che ha cercato di insabbiare cosa effettivamente è successo nel caso di Stefano Cucchi.
Onore alla benemerita divisa indossata da un uomo come Riccardo Casamassima.
L’onestà, la giustizia e la responsabilità di un uomo come pochi; che indossa la divisa con orgoglio e con l’anima limpida per aver fatto il suo dovere. Questo è lo Stato italiano!