Il coraggio di Sara

Redazione
Il coraggio di Sara

Il coraggio di Sara. Sconfigge un sarcoma ed ora raccoglie fondi per la Lilt. La cervinarese, nata in provincia di Avellino, ora residente a Meda, che è in lei non poteva non venire fuori. E quel dna, ereditato dai genitori Antonio e Iolanda Casale, le ha fatto sfoderare la grinta giusta per affrontare un sarcoma ai tessuti morbidi della vescica.

La forza delle origini

La forza della sua terra d’origine è venuta fuori in quello che poteva essere il momento più delicato della giovane vita. Sara Jazzy Varricchione non solo ha sconfitto il sarcoma ma ora si è fatta promotrice di una raccolta fondi per la Lilt.

Un vero e proprio caso che ha meritato un bellissimo articolo sul sito di un giornale importante come La Repubblica. La storia di Sara ve la proponiamo anche per sottolineare come davvero i giovani possono cambiare il mondo.

Ecco l’articolo

Non vede l’ora di provare la tavola di snowboard che ha ricevuto sotto l’Albero di Natale per poter ‘surfare’ sulla neve magari facendosi cullare dalle note della sua musica preferita.

Perché Sara Varricchione vuole recuperare il tempo in cui ha dovuto mettere in stand by la sua vita per occuparsi di un sarcoma dei tessuti molli alla vescica che l’ha colpita a soli 25 anni dopo quattro anni di ipotesi sui disturbi che accusava.

Ora che ne è uscita, racconta ad Oncoline il suo percorso e invita tutti ad aderire alla raccolta fondi che ha lanciato in favore della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori).

La passione per la musica e la montagna

Sara vive a Meda, in provincia di Monza, e lavora come Dj e tecnico del suono per un’emittente radiofonica locale: “Ho la passione per il trekking e amo andare in montagna perché mi fa sentire veramente bene.

Infatti, ho chiesto a Babbo Natale una tavola da snowboard perché vorrei imparare ad usarla, per poter vivere così la montagna a 360 gradi”, racconta Sara.

Una diagnosi sofferta

Singolare il percorso attraverso cui Sara è arrivata a capire che soffriva di un sarcoma dei tessuti molli: “Per molti anni – prosegue la ragazza – ho sofferto di attacchi di cistite molto forti e ricorrenti.

Si sono verificati anche alcuni casi di cistite emorragica. Ho fatto molte visite e girato diversi ospedali, ma il verdetto era sempre lo stesso: mi dicevano che era soltanto stress o richiamo di attenzione. Addirittura, un primario di un ospedale molto importante mi aveva consigliato di iniziare un percorso psichiatrico”.

Dolori spia di un problema più serio

Poi a gennaio dell’anno scorso, Sara ha iniziato ad accusare forti dolori quando andava in bagno. Dopo varie visite, prende un appuntamento con un dottore di Seregno: “Era molto molto bravo e mi ha mandata all’ospedale di Erba dove mi è stata effettuata una biopsia.

Dopo l’esito della prima biopsia ne è stata effettuata una seconda per confermare la diagnosi, dopodiché sono stata mandata all’Istituto dei tumori dove a fine agosto sono stata operata alla vescica”, ricorda Sara.

“L’intervento dovrebbe essere stato risolutivo, quindi ad ora dovrei essere guarita ma non diciamolo troppo forte. A metà gennaio avrò i primi controlli di follow up e speriamo che tutto sia rimasto invariato”.

L’Arrivo di Bailey

Un percorso doloroso sia dal punto di vista fisico che emotivo. Ma a far coraggio a Sara è arrivato ad un certo punto un cocker: “Fin da quando ero piccola avevo sempre desiderato un cane, ma purtroppo i miei genitori non hanno mai acconsentito.

Poi quando abbiamo scoperto che avevo un tumore hanno deciso di accontentarmi, anche per spronarmi ad affrontare questa situazione che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato”.

Così è arrivato Bailey che è l’ombra di Sara in tutto. “Con lui ora vado in montagna e faccio delle lunghe dormite. È proprio vero che i cani capiscono quando abbiamo bisogno di loro, perché tutte le volte che sono giù di morale lui arriva e poggia la sua testolina sotto la mia mano proprio come quando sono andata a conoscerlo e mi ha scelto”, racconta con un sorriso.

L’incontro con la Lilt

E proprio aspettando l’arrivo del cane, Sara ha cominciato la sua battaglia personale: “E’ iniziata la trafila di visite e ricoveri, all’Istituto dei tumori di Milano, dove ho incontrato medici bravissimi, anche a livello umano”, racconta Sara che aggiunge:.

“Facevo lunghe passeggiate nei corridoi per ingannare il tempo e cercare di scacciare l’ansia. Mi imbattevo spesso nei volantini della Lilt che promuovevano le loro iniziative e i loro centri di ascolto così ho iniziato a seguirli su Instagram e a interessarmi sempre più a quello che facevano”.

La raccolta fondi

Come è nata poi l’idea di promuovere una raccolta fondi?  “Ho deciso di intraprendere questa raccolta fondi perché mi ero ripromessa che se un giorno sarei guarita, avrei voluto aiutare chi come me si è sentito solo, non capito e soprattutto disperato”, risponde Sara.

“Aiutare gli altri ad affrontare il cancro mi fa sentire meno impotente. Inoltre, ho scoperto che la Lilt si occupa della prevenzione, cosa fondamentale quando si tratta di tumori.

Così ho deciso di lanciare questa raccolta fondi simbolica per due motivi. Prima di tutto per ringraziarli, perché con le loro testimonianze mi hanno fatto sentire meno sola, e per far in modo che possano continuare ad aiutare tante persone che come me hanno bisogno.

Inoltre, l’ho fatto per far conoscere a tutti la Lilt e i loro programmi di prevenzione, e perché no, magari dar coraggio a qualcuno che per paura degli esiti non va a farsi visitare”.

Per dare una mano a Sara, anche con pochi euro è sufficiente entrare nel link www.retedeldono.it/it/iniziative/lilt-milano-monza-brianza/sara.varricchione/aiutiamo-chi-ci-aiuta-insieme-per-lilt.

“Abbiamo già raggiunto la soglia prefissata però si può ancora donare e si sa che non c’è mai limite alla generosità. La raccolta rimarrà aperta fino al 9 gennaio e i soldi andranno direttamente alla Lilt di Milano, Monza, Brianza”, conclude Sara.

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