Il disastro del Vajont, una tragedia che ha segnato il nostro paese. Oggi, 9 ottobre 2023, l’Italia ha ricordato una delle tragedie più devastanti della sua storia recente: il disastro del Vajont. Questo tragico evento ha segnato il passato e le sue cicatrici sono ancora vive nella memoria collettiva.
La diga del Vajont, situata vicino al paese di Longarone, nel Veneto, è costruita negli anni ’50. La sua maestosa struttura dominava le valli circostanti, alta oltre 260 metri, era progettata per generare energia idroelettrica.
Tuttavia, a causa di errori di progettazione e una serie di decisioni discutibili, questa diga è divenuta presto un incubo per la regione. Nel tardo pomeriggio del 9 ottobre 1963, una frana di proporzioni gigantesche si è staccata dal monte Toc, precipitando nella diga sottostante.
Questo smottamento, coinvolgendo milioni di metri cubi di terreno, è caduto direttamente nel bacino della diga del Vajont. La diga, già riempita oltre il limite a causa delle forti piogge delle settimane precedenti, non ha avuto alcuna possibilità di resistere alla forza della natura.
Il disastro
Alle 22:39 di quella stessa notte, una colossale ondata di acqua e detriti si è abbattuta su Longarone e le comunità circostanti con una potenza devastante. Case, alberi e persone sono spazzati via in pochi istanti.
La tragedia del Vajont è una delle più grandi catastrofi naturali del XX secolo, ma è anche una tragedia umana dovuta a imperdonabile negligenza.
Il numero di vittime è enorme: si stima che oltre 2.000 persone abbiano perso la vita in quella terribile notte. Un’intera comunità è rasa al suolo, e molte famiglie hanno perso i loro cari. Il paesaggio, una volta pittoresco, è diventato una distesa di fango e detriti.
Il disastro del Vajont ha avuto conseguenze durature. È avviata un’indagine giudiziaria per stabilire le responsabilità, e diverse persone sono condannate per negligenza.
La diga è dichiarata inagibile e non è mai più utilizzata per la produzione di energia elettrica. Le famiglie delle vittime hanno ricevuto compensazioni, ma nulla avrebbe mai potuto ripagare il loro dolore.
Oggi, il sito del disastro del Vajont è un luogo di memoria e riflessione. Un memoriale è eretto per onorare le vittime e ricordare questa tragica pagina della storia italiana. Il disastro del Vajont è un monito costante sulla necessità di rispettare e proteggere l’ambiente, così come di assumersi la responsabilità delle nostre azioni.
La commemorazione per i 60 anni della frana
Questa mattina, il Presidente della Repubblica Mattarella ha dato inizio alla cerimonia presso il cimitero di Fortogna, a Longarone. Dopo aver ascoltato la toccante esecuzione della “Parata degli eroi” eseguita dalla Fanfara dei congedati della Brigata Alpini Cadore, il Presidente ha compiuto un gesto di profonda solennità.
Ha deposto una corona in memoria delle vittime della tragica vicenda, rendendo omaggio ai cippi marmorei che perenne memoria conservano. Il momento di raccoglimento è reso ancora più solenne dall’interpretazione del brano “Il Silenzio” da parte del trombettista Paolo Fresu.
Il Presidente si è fermato in raccoglimento davanti a 487 bambini, ciascuno dei quali reggeva un cartello con il nome delle giovani vittime che perirono in quella tragica notte. Successivamente, il Capo dello Stato ha stretto la mano dei vari sindaci presenti e ha scambiato alcune parole con alcuni dei sopravvissuti visibilmente emozionati.
Le parole del sindaco di Longarone
Il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, ha commentato le parole del Presidente Mattarella, definendole “giuste” e sottolineando che il Disastro del Vajont rappresenta una lezione terribile e indimenticabile.
Ha evidenziato come nella comunità di Longarone convivano due realtà, quella dei sopravvissuti e quella di coloro che giunsero con lo sviluppo, ma quest’oggi tutti si sono uniti nel ricordo di una pagina tragica della storia italiana.
Paola De Palma