Il giudice Carlo Palermo: “La massoneria esiste ed è presente nei fatti!”
Il giudice Carlo Palermo: “La massoneria esiste ed è presente nei fatti!”. Tra il filo logico e delle indagini e le pagine dell’emozioni. Una carriera dinamica ed in crescita quella del Dottor Palermo, come ama essere chiamato.
L’avvocatura, poi lo studio costante e quella toga da magistrato che segnerà le pagine del suo percorso di vita sino ad oggi. Il breve excursus sui tragici trascorsi con le indagini di Trento poi, i fatti noti di Pizzolungo.
Un incontro d’anime chiarificatore che lascia presagire i canoni di un intervista sui generis che tocca vari punti della storia della magistratura italiana segnata dall’unico filo conduttore occulto che conosciamo con il nome di massoneria, secondo l’ex magistrato Palermo.
Dottor Carlo Palermo una storia importante, il precursore della lotta alla mafia; avvocato, magistrato, politico, scrittore. Ci racconta brevemente il suo percorso?
Sono campano di nascita, di Avellino per la precisione, sin da ragazzo adoravo il lavoro di mio padre ne seguii le orme, volevo diventare magistrato a tutti i costi e ci sono riuscito. Mi laureai in giurisprudenza, poi il concorso in magistratura che vinsi.
Mi inviarono a Trento come giudice istruttore presso il tribunale e lì trascorsi gli anni dal 1980 al 1985. Proprio nel 1985 in seguito a delle indagini che da Trento mi portavano giù in Sicilia fui trasferito alla Procura di Trapani.
Il 2 aprile dell’85 la mattina pur iniziando con i rituali di sempre si evolve con un tragico episodio. Ce lo vuole ricordare?
Ero già sotto scorta per le indagini seguite, quella mattina come tutte le mattine mi recai al Palazzo di Giustizia di Trapani a bordo di una Fiat 132 blindata. La cittadina attraversata dalla provinciale sicula era di strada, la stessa che ripercorrevo con la scorta ogni giorno.
Sulla strada della provinciale, parcheggiata un’auto, l’autobomba che esplose intorno alle ore 8,30. L’auto supera una Volkswagen Scirocco guidata da Barbara Rizzo che accompagna a scuola i figli Giuseppe e Salvatore Asta, gemelli di 6 anni.
La coupé si viene a trovare tra l’autobomba e la 132. L’autobomba viene fatta esplodere comunque, nella convinzione che sarebbe saltata in aria anche la mia auto. L’esplosione si udì a chilometri di distanza. L’epilogo è quello che tutti conosciamo, la signora ed i due gemelli persero la vita in quel tragico attentato.
Dottor Palermo, chiaramente lei è il precursore di quella che definiamo essere lotta alla criminalità organizzata, qui in Italia. Il suo attentato, ma in quegli anni purtroppo il duro colpo che la mafia e non solo infligge agli uomini di Stato non è indifferente. Un percorso che lei trascrive nel suo libro “la bestia”?
Sì, il filo conduttore è unico è ben l’ho descritto nei fatti trascritti ne la “Bestia” che identifico nella massoneria. Il braccio occulto che regola il mondo dall’alto e che ben ne declina i processi mettendo il popolo o comunque le fasce basse della piramide in una posizione di sudditanza e repressione.
Si correda di fatti storici e documentazione fotografica che sta ad accertare ciò che scrivo. Oltre i chiari riferimenti che io stesso ho ricercato e trovato del 1783, che attestano determinati processi storici e la loro previsione.
Dottor Palermo crede che “il potere occulto” quindi la massoneria, sia ancora presente e radicante?
Certo che si! E’ un potere ancora esistente e presente nei fatti che decorrono e che si è tramutato dall’essere scontro militare a scontro invisibile ove il target unico è quello di causare come lo si è causata con il Covid una schock therapy psicologica amplificata e modificata.
Un ultima domanda, oggi il percorso di tanti giovani è cambiato grazie alla storia della magistratura italiana, avendola come esempi e avendo come esempio tanti magistrati come Chinnici, Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, e tanti altri.
Sa che il suo apporto in taluni casi ed in questo periodo di stasi sociale è un faro che lascia ancora ai nostri giovani passi importanti nel monito di figure come la sua. Tornerà a scrivere presto per quegli stessi giovani?
Si, la Bestia penso che sia solo il primo passo per continuare a scrivere che è uno dei modi per stare in mezzo ai giovani e farli innamorare di certi aspetti della storia che seppur tristi parlano di uomini di grande esempio.
Simona Piro