Il vitalizio della discordia: tra gli altri, Ilona Staller, Bassolino e Guzzanti ricorrono
Sul taglio ai vitalizi, voluto sei anni fa dalla riforma dell'allora presidente della Camera Roberto Fico, 1.300 ex parlamentari hanno fatto ricorso
Il vitalizio della discordia: tra gli altri, Ilona Staller, Bassolino e Guzzanti ricorrono. Sul taglio ai vitalizi, voluto sei anni fa dalla riforma dell’allora presidente della Camera Roberto Fico, 1.300 ex parlamentari hanno fatto ricorso.
A sei anni dalla riforma del 2018 che ha abolito il sistema dei vitalizi parlamentari, convertendoli in un sistema contributivo basato sui contributi versati, circa 1.300 ex parlamentari hanno presentato ricorsi per ottenere il ripristino dell’assegno originario.
La riforma, voluta dall’allora presidente della Camera Roberto Fico (M5S), ha inflitto tagli fino al 90% ai vitalizi, suscitando polemiche soprattutto tra i parlamentari più anziani.
Il vitalizio della discordia
Il Collegio d’Appello della Camera dei Deputati, che si è riunito il 2 luglio 2024, dovrà pronunciarsi su questi ricorsi, e una decisione favorevole agli ex deputati potrebbe ribaltare la riforma e riaprire il dibattito sui privilegi parlamentari.
L’elenco dei ricorrenti include figure di rilievo come l’ex ministro Claudio Scajola, gli ex sindaci Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, l’ex attrice Ilona Staller, il leader studentesco Mario Capanna, l’ex giornalista Paolo Guzzanti e esponenti storici del PSI come Fabrizio Cicchitto, Claudio Martelli e Margherita Boniver.
Alcuni di loro appartengono a una generazione più giovane rispetto a quella che nel 2022 aveva già ottenuto una parziale vittoria giudiziaria che aveva annullato la delibera per i parlamentari più anziani.
Guzzanti sostiene il vitalizio a denti stretti
Paolo Guzzanti, tra i critici della riforma, sostiene che il vitalizio rappresentava un riconoscimento sacrosanto per chi interrompeva la propria carriera per servire lo Stato in Parlamento.
Egli ritiene ingiusta la riduzione del vitalizio, che per lui ammonta a circa tremila euro, e sottolinea il valore simbolico e concreto di tale assegno.
La questione dei vitalizi parlamentari, insomma, rimane un tema centrale nel dibattito politico e giuridico italiano, con implicazioni importanti per il sistema pensionistico dei parlamentari e per la percezione pubblica dei privilegi politici.
La decisione imminente del Collegio d’Appello potrebbe rappresentare una svolta significativa, rimettere in discussione la riforma del 2018 e influenzare il futuro del trattamento economico degli ex parlamentari.