Ilaria Parimbelli morta dopo due anni di agonia. Medico a processo
Le era stata diagnostica una crisi d'ansia, invece era encefalite. Aveva 28 anni e ha vissuto due anni in stato vegetativo
Ilaria Parimbelli morta dopo due anni di agonia. Medico a processo. Le era stata diagnostica una crisi d’ansia, invece era encefalite. Aveva 28 anni e ha vissuto due anni in stato vegetativo.
La tragica storia di Ilaria Parimbelli, una giovane donna di 28 anni, mette in luce l’importanza cruciale di una diagnosi tempestiva e accurata in ambito medico.
Ilaria, affetta da encefalite erpetica non diagnosticata, ha subìto due anni di grave invalidità fino al suo decesso causato da una crisi epilettica nel 2021.
Il 23 settembre 2019 fu dimessa dal pronto soccorso del Policlinico San Marco di Zingonia (Bergamo) con una diagnosi di crisi d’ansia, dopo 4 giorni le diagnosticarono all’ospedale Papa Giovanni XXIII una encefalite erpetica.
Dopo un iniziale ricovero, quindi, con diagnosi errata di crisi d’ansia, la reale condizione è scoperta troppo tardi, con probaili gravi mancanze nel percorso diagnostico.
Medico sotto processo
Il medico coinvolto è ora sotto processo per responsabilità colposa, mentre periti come l’infettivologo Roberto Stellini e il medico legale Andrea Verzeletti hanno sottolineato come un consulto neurologico tempestivo avrebbe potuto salvare Ilaria.
In particolare, l’intervento di un neurologo avrebbe portato a prescrivere esami più specifici come TAC, EEG o risonanza magnetica, necessari per una diagnosi corretta.
La testimonianza ha evidenziato che i segni di allucinazioni visive e uditive non sono stati adeguatamente valorizzati, rappresentando un grave errore diagnostico.
Questa vicenda mette in luce la necessità di ascoltare attentamente i sintomi e di agire con prontezza e competenza per evitare conseguenze devastanti.
È un potente richiamo a migliorare la sensibilità diagnostica e a promuovere una cultura medica più attenta e responsabile, che possa davvero fare la differenza nella vita dei pazienti e delle loro famiglie.
La storia di Ilaria ci ispira a non arrenderci di fronte alle difficoltà e a lottare per la giustizia e la verità, per costruire un futuro migliore e più umano nel campo della salute.