Incidente mortale sul lavoro: muore elettricista di 49 anni
Incidente mortale sul lavoro: muore elettricista di 49 anni. E’ salito su una scala per raggiungere il sottotetto di un capannone e realizzare interventi di riparazione all’impianto elettrico.
Giovanni Rossi, socio di una ditta specializzata operante nel territorio modenese per cause ancora da stabilire è volato giù per parecchi metri, all’incirca una quindicina.
Un impatto terribile, che non gli ha lasciato scampo. Quarantanove anni, lavorava per una ditta di Piumazzo che stava prestando servizio all’interno della Sa-tam, azienda di Monteveglio nella provincia di Bologna, specializzata nelle sabbiature metalliche.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Bazzano e il nucleo radio mobile di Borgo Panigale, oltre ai sanitari del 118 che hanno solo potuto constatare il decesso.
L’uomo era residente a Modena, per la sua morte in Procura a Bologna è stato aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo e il pm, Nicola Scalabrini, ha disposto che sul corpo venga fatta l’autopsia.
Gli accertamenti
Gli accertamenti dei militari proseguiranno per stabilire la dinamica ed eventuali responsabilità, se si sia trattato di una disgrazia o se si possa ravvisare la mancanza delle necessarie cautele e anche a quale parte eventualmente imputarle.
Intanto alla famiglia della vittima dell’incidente sul lavoro è arrivata la vicinanza della Fiom di Bologna; che in una nota si mette a disposizione per fornire tutta l’assistenza necessaria.
“Confidiamo – si legge nella nota – che le autorità preposte facciano piena luce su quanto accaduto e che siano accertate tutte le responsabilità. Fiom Cgil Bologna appena sarà possibile, si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario in merito all’infortunio mortale.
E valuteremo nelle prossime ore insieme a Fim e Uilm quali iniziative mettere in campo. Perché appare ormai evidente che anche nel nostro territorio, la ripresa delle attività produttive dopo il lockdown si stia realizzando a discapito della sicurezza; e sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori”.
