Incidente tra auto e moto: muore ragazzo di 26 anni
Incidente tra auto e moto: muore ragazzo di 26 anni. Incidente stradale mortale nel primo pomeriggio di oggi, sabato 31 luglio, a Ranica, paese vicino a Bergamo.
Un giovane ragazzo di 26 anni ha perso la vita a seguito dello scontro tra la moto sulla quale si trovava e un’auto. L’incidente, come riporta l’Azienda regionale emergenza urgenza, è avvenuto attorno alle 15.40 in via Guglielmo Marconi, lungo un tratto della strada provinciale che attraversa il paese della Bergamasca.
Il giovane motociclista, che a quanto si apprende era residente nella zona, si è scontrato per cause da accertare contro una vettura e nell’incidente sono rimaste poi coinvolte un’altra auto e una seconda moto.
Altre tre persone sono rimaste ferite, ma non sono gravi
Oltre al 26enne, sono rimaste coinvolte nell’incidente altre quattro persone di età compresa tra i 25 e i 55 anni. Tre di loro sono rimaste ferite in modo però non grave.
Sul posto è stato ingente lo spiegamento di mezzi di soccorso. Sono intervenute, infatti, ben cinque ambulanze e due automediche. I soccorritori purtroppo non hanno potuto fare niente per salvare la vita al 26enne, morto sul colpo a causa dei traumi riportati.
Agli altri feriti sono invece state prestate le cure necessarie: in seguito sono stati trasportati dai mezzi di soccorso agli ospedali Papa Giovanni XXIII e al Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo.
Alla polizia stradale il compito di ricostruire la dinamica
Spetterà adesso alla polizia stradale, intervenuta sul luogo dell’incidente per i rilievi, ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità nella morte del 26enne, ennesima giovane vittima della strada. (Fonte fanpage.it)
Ucciso in piazza: fratelli, non meritava una fine simile
Un centinaio di persone ha partecipato, a Biella, al presidio dell’associazione Al Huda per Youns El Bossettaoui, il 39enne di origini marocchine ucciso lo scorso 20 luglio a Voghera da Massimo Adriatici, assessore leghista alla Sicurezza. Fino al 2012 la vittima viveva a Ponderano, nel Biellese, e gestiva un negozio di telefonia.
Alla manifestazione sono intervenuti anche due suoi fratelli, Amin e Ali
“Youns era malato. Era una brava persona anche se aveva dei problemi – hanno ricordato Amin e Ali -. Ma nessuno che sia cattolico, ateo o musulmano si meritava una simile fine. Gli siamo stati vicini.
I nostri genitori ogni settimana andavano a trovarlo, ma lui si sentiva soffocare, non voleva tornare a casa e, malgrado i tanti tentativi, non ci è stato possibile inserirlo in un centro di recupero”.
Durante il sit in è stato anche fatto ascoltare un audio della figlia di Youns, 8 anni appena, che vive in Marocco. La bimba lo ha mandato ai nonni per chiedere come mai il padre non rispondesse alle sue chiamate. Il discorso è stato tradotto in diretta dalla cugina.
“Questo non è un evento politico, vogliamo esprimere vicinanza ai famigliari e chiedere giustizia”, ha detto Mohamed El Sachet, presidente dell’associazione Al Huda che ha organizzato il presidio e consigliere comunale del Pd.