Investito da scoppio bombola, muore per gravi ustioni

Redazione
Investito da scoppio bombola, muore per gravi ustioni

Investito da scoppio bombola, muore per gravi ustioni. Cinque giorni fa era stato investito dallo scoppio di una bombola nella sua abitazione in via Nazionale a Falcone (Me).

Luca Minato, dj di 35 anni, è morto stamani nel centro grandi ustioni del Civico, dove era stato ricoverato in gravi condizioni.

Investito dalle fiamme che lo avevano avvolto, l’uomo era trasferito a Palermo in elisoccorso. La prognosi era riservata.

Lo scoppio si era verificato alle 19.30 del 30 giugno. Erano intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri. Minato dj/producer era molto conosciuto nel messinese, tanti i messaggi di cordoglio sul suo profilo Facebook.

Teatro Massimo riapre dopo lockdown con un inno alla pietà

Il Teatro Massimo di Palermo ha riaperto i cancelli ieri sera per la prima volta, dopo il lockdown, con uno spettacolo che è un inno alla pietà umana, un programma particolarmente adatto a ciò che il mondo intero sta vivendo e che l’Italia ha affrontato.

Persino la monumentale scalinata si è animata con un video mapping che raffigura cascate d’acqua, lame di fuoco, mani che si stringono e infine la maschera dionosiaca che accompagna il pubblico in un teatro del tutto diverso.

Tutti si fermano davanti al termoscanner, temperatura presa, mascherina e su nei palchi per una visione circolare dello spettacolo. In platea l’orchestra distanziata ( e suonare così è più difficile), con Omer Meir Wellber sul podio a dirigere una composizione a lui stesso dedicata.

“L’eterno straniero”. Al centro dell’orchestra un letto d’ottone, simbolo esplicito del sogno di Beethoven che ispira il melologo per attore e orchestra di Ella Milch-Sheriff, accorata composizione dedicata a chi è costretto a vivere nell’isolamento, nella sofferta solitudine, nell’incomprensione.

Dedicata a Beethoven, tanto quanto agli stranieri in fuga. Risuonano sonorità mediorientali, cellule armoniche che strizzano l’occhio a Malher, mentre il bravissimo Eli Danker recita il testo di Joshua Sobol.

La regia di Roberto Andò è volutamente lieve, lascia spazio alla commozione della musica e sul tulle che copre il coro viene proiettato un filmato di Luca Scarzella sul deserto del sud d’Israele, il cielo stellato e ancora una volta la maschera del teatro greco lascia il posto al passaggio fluido alla Messa meravigliosa del genio di Bonn.

La direzione di Omer Meir Wellber è vigorosa, puntualissima, attenta ai pianissimo e alla dolente magnificenza del Sanctus. Applausi generosi per tutti, per i solisti Marianna Pizzolato e Laura Giordano, per Luis Gomes e Evan Hughes. Perché una Messa? Perché finisce con l’unica preghiera che ci interessi: Dona nobis pacem. Si replica stasera.

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