Italia punta su dosi Pfizer, Moderna e su quello in arrivo Curevac

Redazione
Italia punta su dosi Pfizer, Moderna e su quello in arrivo Curevac

Italia punta su dosi Pfizer, Moderna e su quello in arrivo Curevac. Vaccinare le persone con meno di 60 anni con i vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson è possibile e lo sarà anche nel caso in cui l’Italia dovesse avere a disposizione poche dosi.

Secondo il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, questo problema non dovrebbe presentarsi e per questo motivo la campagna vaccinale italiana sembra poter puntare sempre più sui sieri di Pfizer e Moderna.

Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente dell’Agenzia del farmaco spiega che probabilmente non sarà necessario ricorrere alla somministrazione dei vaccini di Johnson & Johnson e AstraZeneca agli under 60 poiché le dosi consegnate da Pfizer e Moderna, a cui si aggiungeranno quelle di Curevac (ancora da approvare), saranno sufficienti.

Vaccini, Palù punta su vaccini Pfizer e Moderna

Ieri era stato il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, a non escludere la possibilità di somministrare i due vaccini a vettore virale anche gli under 60 in caso di carenza di dosi, ipotesi che secondo Palù è comunque da prendere in considerazione nel caso in cui sia necessario.

“L’agenzia europea Ema non ha posto restrizioni. L’Aifa ha suggerito per entrambi i vaccini un uso preferenziale per la fascia di età superiore ai 60 anni, ma non ha inteso vietarlo al di sotto di tale età. Per ora non è prevista carenza di forniture”.

Le dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson agli under 60

Inoltre, ricorda ancora il presidente dell’Aifa, “dovrebbe essere presto approvato da Ema un altro ausilio, Curevac, vaccino a mRNA, funzionamento simile a quello di Pfizer e Moderna, con disponibilità prevista di oltre 7 milioni di dosi nel secondo trimestre”.

Tutte queste dosi, quindi, potrebbero bastare – secondo Palù – per immunizzare gli italiani senza ricorrere ai due vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson per gli under 60, anche se “l’indicazione d’uso sopra i 60 anni è solo un suggerimento”.

Va poi considerato che la somministrazione della seconda dose di AstraZeneca a chi ha ricevuto già la prima non è sconsigliata, indipendentemente dall’età del vaccinato, perché finora i casi di trombosi rare “sono stati registrati soltanto dopo la prima somministrazione”.

Il Covid sarà sconfitto con il vaccino Curevac

Una dichiarazione euforica. Fa riaccendere ancora di più la luce di speranza di uscire dal tunnel del virus è arrivata da Guido Forni, socio dell’Accademia nazionale dei Lincei. L’immunologo, intervistato da Cusano Italia Tv, accoglie con estremo piacere l’imminente arrivo del vaccino CureVac.

“Se arrivasse nel giro di poche settimane e funzionasse un vaccino europeo a mRna, sarebbe fantastico, sarebbe la soluzione”. “È una ditta tedesca finanziata dall’Europa – spiega Forni – che ha una tecnologia più avanzata rispetto a Pfizer e Moderna.

Il vaccino si può conservare a temperatura ambiente e non dovrebbe avere effetti collaterali. L’Ue ha prenotato 450 milioni di dosi. Se tutto va bene, questo vaccino sarà la rivoluzione dei vaccini. Dovremmo essere nelle fasi conclusive – ha sottolineato l’immunologo – poi servirà qualche settimana per l’approvazione dell’Ema e allora comincerà la produzione”.

Forni è entusiasta in particolare della tecnologia del Rna messaggero usata per sviluppare i vaccini contro il Covid. “Con la pandemia abbiamo imparato una tecnologia nuova per fare i vaccini in tempi rapidissimi.

Sono già pronti i vaccini contro le varianti perché è bastato cambiare una parte dell’Rna e il vaccino è già pronto. In futuro i vaccini a mRna potranno essere utilizzati anche contro altre malattie infettive; e come forma di prevenzione per quei tumori di cui si conosce l’origine e sono dovuti a un particolare difetto genetico”. Non c’è che dire, parole che rincuorano dopo oltre un anno di buio.

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