Italia: rischio Hikikomori, raddoppiati i ragazzini a rischio

I "lupi solitari" triplicati nel giro di soli 3 anni. Iperconnessione e effetto boomerang che corrode l'interazione i fattori che alimentano il fenomeno

Redazione
Italia: rischio Hikikomori, raddoppiati i ragazzini a rischio

Italia: rischio Hikikomori, raddoppiati i ragazzini a rischio. I “lupi solitari” triplicati nel giro di soli 3 anni. Iperconnessione e effetto boomerang che corrode l’interazione i fattori che alimentano il fenomeno.

L’isolamento sociale tra gli adolescenti italiani è in netto aumento, un fenomeno probabilmente catalizzato dalla pandemia di Covid-19.

Questa è la preoccupante tendenza evidenziata da un’analisi del gruppo di ricerca Musa (Mutamenti sociali, valutazione e metodi) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma, riportata sulla rivista ‘Scientific Reports’.

In particolare, è quasi raddoppiato il numero di adolescenti che non vedono più i loro amici al di fuori dell’ambiente scolastico, una condizione associata all’isolamento sociale, denominata ‘hikikomori’ in Giappone.

L’indagine

L’indagine ha rilevato un forte incremento nella percentuale di adolescenti tra i 14 e i 19 anni che passano la maggior parte del loro tempo libero da soli, senza interagire con coetanei o familiari.

Questi cosiddetti ‘lupi solitari‘ costituivano il 15% del campione nel 2019, ma la percentuale è balzata al 39,4% nel 2022. Gli esperti temono che questi giovani, una volta terminata la scuola dell’obbligo, potrebbero inesorabilmente avvicinarsi al fenomeno hikikomori.

Lo studio ha analizzato i dati di due indagini trasversali condotte nel 2019 e nel 2022, su campioni rappresentativi a livello nazionale di adolescenti compresi tra i 14 e i 19 anni.

Attraverso tecniche avanzate di modellizzazione statistica, i ricercatori hanno identificato tre tipi distinti di adolescenti: ‘farfalle sociali’, che interagiscono regolarmente sia con gli amici che con i familiari.

Amico-centrici‘, che privilegiano le interazioni con i coetanei ma spendono poco tempo con la famiglia; e ‘lupi solitari‘, che trascorrono la maggior parte del tempo da soli, senza frequenti contatti sociali con gli amici.

I fattori di rischio

La ricerca ha evidenziato anche i fattori che contribuiscono all’isolamento sociale tra gli adolescenti. Tra questi, particolare rilievo ha l’iperconnessione, ovvero l’eccessiva esposizione ai social media.

Questo aspetto è ritenuto responsabile sia dell’autoisolamento che dell’incremento delle ideazioni suicidarie tra i giovani. Altri fattori includono il cyberbullismo e il bullismo, la bassa qualità delle relazioni sociali, in particolare con i genitori, e un sentimento di insoddisfazione per il proprio fisico.

Il fenomeno dell’isolamento sociale non è limitato a un solo sesso o a specifiche regioni, tipi di scuola o background socioeconomici. Questo suggerisce, secondo i ricercatori, che stiamo fronteggiando un problema globale e endemico.

Gli autori del lavoro sottolineano l’urgenza di interventi educativi e formativi rivolti a genitori e insegnanti, oltre che di supporto per i giovani più a rischio di autoisolamento.

Infine, il gruppo di ricerca Musa sta pianificando una vasta indagine longitudinale per affrontare le questioni ancora irrisolte e per capire meglio i fattori che portano all’auto-isolamento.

Questa indagine coinvolgerà migliaia di adolescenti per cinque anni, con l’obiettivo di analizzare il comportamento dei giovani rispetto alle modalità di interazione e ad altri aspetti cruciali del benessere psicologico. Lo studio ha beneficiato della collaborazione di Gianni Corsetti dell’Istat.

Maria Laudando

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