Italiani morti a New York, si fa avanti un testimone
Italiani morti a New York, si fa avanti un testimone. Un altro socio in affari di Luca Nogaris e Alessio Picelli, che vive nella provincia di Verona, potrebbe essere il testimone chiave per risolvere il caso dei due italiani trovati morti a New York.
Sarà determinante il racconto di un terzo uomo. Il veronese si trovava a New York da un mese insieme ai due rodigini deceduti, avevano affittato un appartamento in un seminterrato del Queen’s per valutare il progetto di ristrutturazione di una casa per conto di un possibile cliente.
Ad oggi, la polizia newyorkese sembrerebbe orientata verso la pista dell’overdose. Ma i familiari non ci credono. Il mistero, quindi, si infittisce sempre di più. Lasciando i familiari nella più profonda disperazione.
Il padre di Nogaris: “Qualcosa li ha avvelenati”
Le autopsie disposte dal medico legale newyorkese sui corpi di Luca Nogaris e Alessio Picelli daranno le risposte alle numerose domande che gli investigatori si pongono.
Quello che rende dubbiose e perplesse le famiglie, è l’ipotesi affacciata che il decesso sia stato causato da un’overdose, questo secondo i media americani e le fonti della polizia newyorkese.
Un fatto che non convince affatto Flavio Nogaris, papà di Luca: “Mio figlio non faceva uso di queste cose, potrebbero aver ingerito qualcosa che li ha avvelenati”.
Autopsia per fare chiarezza
La città a Rovigo si appresta a trascorrere questo fine settimana di ferragosto ancora incredula per i fatti successi il 10 agosto a New York, in particolare per la notizia della morte di Luca Nogaris – 39 anni di Rovigo, artigiano imbianchino, sposato con Stefania e padre di tre figli – e il suo socio in affari Alessio Picelli, 48 anni, sposato.
L’imprenditore e socio con un altro collega della società ‘Helementi Interiors’ che ha sede a Rovigo, Picelli è originario di Villadose, ma da tempo era residente a Rovigo.
Perchè quel viaggio a New York?
Da circa un mese avevano affittato un appartamento nel seminterrato del Queen’s sulla 29esima strada, a New York con un terzo collega della provincia di Verona. I tre erano nella Grande Mela per valutare un progetto di ristrutturazione di una casa, che gli era stato commissionato.
Un ruolo importante nelle indagini sarà il racconto e testimonianza del terzo socio, che era nell’appartamento con Nogaris e Picelli al Queen’s, che è atteso in Italia nelle prossime ore.
“Vogliamo avere – aggiunge Flavio Nogaris – un contatto con lui, perché ci potrà dire cosa è successo in quelle ore. Le indagini dovranno fare chiarezza, credo che ci vorrà ancora molto per poter riportare in Italia il feretro di mio figlio e il suo socio”.