Jimmy Carter, l’ex presidente Usa è morto, aveva 100 anni

Il democratico era il più anziano presidente degli Stati Uniti vivente di tutti i tempi

Redazione
Jimmy Carter, l’ex presidente Usa è morto, aveva 100 anni

Jimmy Carter, l’ex presidente Usa è morto, aveva 100 anni. Il democratico era il più anziano presidente degli Stati Uniti vivente di tutti i tempi.

L’ex presidente Usa Jimmy Carter è morto nella sua casa di Plains, Georgia. Lo ha riferito il figlio. Eletto alla Casa Bianca nel 1976, Carter aveva 100 anni ed era il più anziano presidente degli Stati Uniti vivente di tutti i tempi.

La malattia

A febbraio 2023, il Carter Center aveva spiegato che l’ex presidente, dopo una serie di ricoveri ospedalieri, avrebbe interrotto ulteriori cure mediche e avrebbe trascorso il tempo rimanente a casa in cure palliative.

Era stato curato negli ultimi anni per una forma aggressiva di melanoma, un tumore della pelle, con tumori che si erano diffusi al fegato e al cervello.

Sua moglie, Rosalynn, è morta il 19 novembre 2023, all’età di 96 anni. I Carter erano sposati da oltre 77 anni, il matrimonio presidenziale più lungo nella storia degli Stati Uniti.

L’ultima apparizione pubblica dell’ex presidente è stata proprio al funerale della moglie, a Plains, dove era seduto in prima fila su una sedia a rotelle.

Carter è stato fotografato l’ultima volta fuori casa sua con la famiglia e gli amici mentre guardava un sorvolo il 1° ottobre tenuto per celebrare il suo 100° compleanno.

La vita

James Earl Carter Jr. nacque il primo ottobre del 1924 a Plains, in Georgia. Dopo aver frequentato l’accademia navale, servì nei sommergibili della Us Navy nell’immediato dopoguerra.

Nel 1953, la morte prematura del padre lo costrinse a prendere le redini dell’azienda agricola di famiglia per la produzione di noccioline. Animato da una profonda fede battista e impegnato contro la segregazione razziale, Carter si lanciò in politica, diventando prima senatore e poi governatore della Georgia.

Nel 1976 ha vinto a sorpresa le primarie democratiche, malgrado fosse inizialmente poco conosciuto fuori dal suo stato. Considerato un outsider, a novembre sconfisse di misura Gerald Ford, che aveva assunto la presidenza dopo le dimissioni di Richard Nixon per lo scandalo Watergate.

Immediatamente dopo il suo insediamento, Carter sancì una grazia senza condizione a tutti i giovani che si erano sottratti alla leva per non combattere in Vietnam, in tutto 100mila giovani che tra gli anni sessanta e settanta erano fuggiti all’estero, il 90% in Canada.

Camp David

Durante la sua presidenza, Carter si è impegnato per creare una politica nazionale per l’energia e, sul piano diplomatico perseguì una politica di pacificazione. Grazie agli accordi Camp David, favorì la firma della pace fra Egitto e Israele nel 1979.

Con l’Unione Sovietica negoziò il secondo round del trattato Salt sulla limitazione delle armi strategiche. Ma il 1979 fu segnato dalla crisi energetica e, alla fine dell’anno, dall’invasione sovietica dell’Afghanistan, che fece ripiombare il mondo nel clima della guerra fredda.

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