Kabir Bedi non si ferma: “Non c’è traccia di…”

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Kabir Bedi non si ferma: “Non c’è traccia di…”

Kabir Bedi non si ferma: “Non c’è traccia di…” «Non sentitevi in colpa è il mio modo di prendere il controllo e per quanto può sembrarvi strano me ne andrò felice e non triste», con queste parole Siddharth ha salutato per sempre i suoi genitori

Tutti lo conoscono come Sandokan, l’uomo dalle sfide impossibili, ma molti non sanno la vera vita di Kabir Bedi. Il nuovo vippone ha un vissuto difficile segnato soprattutto dalla perdita di un figlio.

Stasera Alfonso Signorini vuole aprire questa pagina di vita al Gf Vip. Quattro matrimoni alle spalle. Il primo con Protima nel 1968, lei era una ballerina bellissima e dal loro amore sono nati due bambini.

Siddhart era un ragazzo speciale «era un genio mentalmente era laureato in informatica con il massimo dei voti» così inizia a parlarne Kabir Bedi . «Molto timido e sendibile ma sempre molto considerato dagli altri, molto legato alla mamma e per me aveva un grande rispetto».

La sofferenza

Ma dopo la laurea per il ragazzo è iniziata una profonda sofferenza. Lo ha raccontato in questi giorni ai suoi compagni. «Si è tolto la vita. Ho perso un figlio che era molto speciale era un genio».

Ne ha parlato con Kabir Bedi il ragazzo ma nulla è cambiato. «Me ne ha parlato gli ultimi mesi, ma io non sono riuscito a salvarlo. Mi sono sentito impotente perchè non riuscivo a convincerlo a lottare per vivere».

«Bene questo è quanto per favore non sentitevi in colpa è il mio modo di prendere il controllo e per quanto può sembrarvi strano me ne andrò felice e non triste, se ci sarà una seconda possibilità»

Kabir trattiene a fatica le lacrime: «Le persone che cercano di aiutare gente con queste problematiche non si rendono conto che è difficile aiutarli perchè non sono più loro». La schizzofrenia è la malattia di cui ha sofferto il figlio di Kabir.

«Adesso le medicine sono meglio di allora, c’è speranza le medicine ora sono molto meglio» Non puè esserci un dolore più grande della perdita di un figlio per un genitore spiega l’ex Sandokan, ma la speranza non può finire.

“Io quando ero a Gerusalemme stavo in un hotel storico e mentre dormivo ho fatto un sogno in cui camminavo sotto un cielo rosso e sulla terra il colore era viola improvvisamente mi sono svegliato e ho visto due forme sopra a me”

“Non c’era traccia di modernità. Era una visione magica e queste forme mi hanno portato su questa visione e mi hanno dato una grande forza. Gerusalemme è sacra. Sono convinto che esiste una vita oltre questa terrena» Il messaggero

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