La Alan Kurdi torna in mare: “L’Italia dia un porto ai migranti”

Redazione
La Alan Kurdi torna in mare: “L’Italia dia un porto ai migranti”
epa07358480 A group of people attends a ceremony to rename the NGO Sea-Eye's ship 'Profesor Albrecht Penck' with the name of Alan Kurdi, the Syrian migrant child that died in the Mediterranean Sea and whose body was washed ashore a beach in Bodrum, Turkey, in September 2014, and thus became a symbol of the refugee crisis, in Palma de Mallorca, Balearic Islands, Spain, 10 February 2019. EPA/CATI CALDERA

La Alan Kurdi torna in mare: “L’Italia dia un porto ai migranti”. L’ultima volta che la Alan Kurdi era approdata in Italia è nel pieno del lockdown.

Quando il 17 aprile scorso 150 migranti a bordo sono stati fatti salire a bordo della Raffaele Rubettino. Prima nave per la quarantena usata dal governo dopo lo scoppio dell’emergenza sanitaria.

Adesso, a distanza di quattro mesi, la nave usata dall’Ong tedesca Sea Eye, si appresta a tornare nel Mediterraneo Centrale.

A comunicarlo sono gli stessi membri dell’Ong tramite il canale Twitter

“Dopo una pausa forzata di quattro mesi – si legge sulla pagina social – la nave Alan Kurdi torna in mare per una nuova missione”.

La pausa forzata a cui hanno fatto riferimento i membri di Sea Eye è quella riguardante il fermo amministrativo. Fermo ordinato poco dopo l’arrivo a Palermo del mezzo battente bandiera tedesca.

Il 6 maggio scorso infatti, a seguito di alcuni controlli effettuati sia sulla Alan Kurdi che sulla Aita Mari, nave dell’Ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario.

La Guardia Costiera ha notificato il sequestro per via di alcune irregolarità.

Un episodio quello che ha innescato da parte di Sea Eye non poche polemiche. Accusando l’Italia di voler impedire le missioni di salvataggio da parte delle Ong. E di aver attuato una manovra politica.

E anche nell’ultimo tweet non sono mancate accuse rivolte al nostro Paese

“La detenzione forzata da parte delle autorità italiane ha impedito tre missioni programmate della nave. Secondo l’Oim 252 persone sono annegate nell’area operativa dell’Alan Kurdi durante quel periodo”.

I membri dell’Ong tedesca hanno inoltre fatto sapere di aver sfruttato gli ultimi 4 mesi per apportare migliorie alla nave e preparare l’equipaggio alla nuova missione.

Il via libera alla navigazione verso il Mediterraneo centrale e dunque in punti attraversati dalla rotta libica dell’immigrazione, è dato sia dalle autorità tedesche che spagnole, sempre secondo Sea Eye.

Nei prossimi giorni è possibile quindi che la nave giunga a destinazione, con ulteriore pressione per l’Italia sul fronte dell’accoglienza dei migranti.

La Mare Jonio chiede un porto

E sempre sul fronte delle Ong, c’è da registrare la richiesta da parte dei membri di Mediterranea Saving Humans di avere quanto prima un porto italiano in cui poter sbarcare.

Infatti la nave Mare Jonio, usata dall’organizzazione, ha a bordo almeno 25 migranti recuperati sempre a largo della Libia.

“Di fronte alle violazioni del diritto internazionale commesse da Malta abbiamo formalmente chiesto alle autorità Italiane un porto sicuro per i 25 naufraghi a bordo.

“Nessuna risposta ancora”. Ancora una volta Malta ha delegato all’Italia, con il suo diniego, la risoluzione del problema.

Intanto la scorsa notte la nostra Guardia Costiera ha evacuato una donna incinta dalla Mare Jonio, la quale accusava malesseri. Adesso la persona soccorsa si trova in un ospedale siciliano. Fonte Ilgiornale

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