La bufala di Pippo Baudo morto: “succede ogni anno”

Redazione
La bufala di Pippo Baudo morto: “succede ogni anno”

La bufala di Pippo Baudo morto: “Faccio le corna, succede ogni anno”. Alcuni minuti di panico vissuti nel pomeriggio di oggi venerì 4 dicembre, quando la notizia della morte di Pippo Baudo ha iniziato a circolare sui social.

Una notizia ovviamente falsa, una bufala, smentita dallo stesso conduttore 84enne, che ci ha scherzato su con ironia: “Faccio le corna – ha risposto Baudo ad Adnkronos – succede ogni anno che qualcuno dia una notizia letale su di me.

Il problema è che con questo lockdown la gente sta in casa senza fare niente. E non trova di meglio da fare. Per fortuna, ogni volta che qualcuno annuncia la mia morte, mi allunga la vita”, conclude il decano dei conduttori televisivi”

Simbolo assoluto della televisione italiana, Pippo Baudo è il volto della Rai da più di 50 anni. La sua carriera televisiva è iniziata nei primi anni Sessanta, quando dopo aver presentato diverse manifestazioni, soprattutto canore, è scelto per la conduzione di alcuni importanti eventi festivalieri, da quello di Piedigrotta al Festival di Napoli.

Il primo Festival di Sanremo arrivò nel 1968, condotto insieme a Laura Rivelli e da lì ne sono seguiti in tutto 12, un record difficilmente battibile per un presentatore o un attore o un conduttore.

L’idillio con la Rai e la parentesi a Mediaset

Ma, nella carriera di Baudo non c’è solo Sanremo, perché sono diversi i programmi legati al suo nome. Da Settevoci a Canzonissima, passando per Fantastico, Serata d’onore, Novecento e Domenica In, di cui ha presentato diverse edizioni succedendo a Corrado.

L’idillio tra Baudo e la Rai è totale, tranne una breve separazione causata dal passaggio di Baudo; per incomprensioni soprattutto, alla corte di Silvio Berlusconi a Mediaset.

Esperienza, quest’ultima, di brevissima durata, che si interruppe con la rescissione del contratto sottoscritto e la famosa penale più volte ricordata da Baudo, costretto a cedere un palazzo di sua proprietà all’imprenditore milanese che sarebbe poi diventato presidente del Consiglio negli anni successivi.

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