La diffidenza verso AstraZeneca è particolarmente grave in Calabria

Redazione
La diffidenza verso AstraZeneca è particolarmente grave in Calabria

La diffidenza verso AstraZeneca è particolarmente grave in Calabria. Nei punti vaccinali della Calabria si sono accumulate 80mila dosi del vaccino AstraZeneca: finora ne sono state somministrate solo 45mila, di cui pochissime negli ultimi giorni, e il problema dello scarso utilizzo si è aggravato a causa delle tante rinunce.

Molte persone prenotate non si sono presentate all’appuntamento. E’ successo anche in altre regioni, ma in Calabria la diffidenza nei confronti di AstraZeneca sta rallentando la campagna vaccinale in modo particolarmente evidente.

È stato utilizzato solo il 36 per cento delle dosi del vaccino, mentre in tutte le altre regioni è superato almeno il 50 per cento. Nelle ultime settimane il vaccino di AstraZeneca è stato al centro di estese discussioni.

Sulla base di questa valutazione l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, aveva consigliato la somministrazione preferibilmente alle persone con più di 60 anni, visto che i pochi casi di possibili effetti collaterali riguardavano comunque persone più giovani (prevalentemente donne).

Confusione informativa

Una raccomandazione apparentemente in contrasto con quella di fine di febbraio con cui AstraZeneca era raccomandato alle persone sotto ai 65 anni. In quel caso, però, la raccomandazione dipendeva dalla momentanea mancanza di dati completi sull’efficacia tra gli anziani, e non per questioni di sicurezza.

È complesso capire quali siano le effettive conseguenze del caos comunicativo, delle sospensioni e delle notizie diffuse con toni allarmistici sull’andamento della campagna vaccinale.

Nei giorni scorsi medici e amministratori di molte regioni hanno provato a quantificare l’impatto delle rinunce ad AstraZeneca, dovute a una certa diffidenza per il vaccino. In Sicilia, il presidente della Regione Nello Musumeci ha detto addirittura che «su 100 persone, 80 dicono no».

Altre regioni hanno il tasso di rinunce paragonabile, in altre nettamente più basso, in altre ancora quasi nullo. In Lombardia il 15 per cento dei prenotati non si è presentato all’appuntamento, in Piemonte tra il 10 e il 20 per cento, in Sardegna il 50, in Puglia il 40 per cento, mentre il presidente della Liguria Giovanni Toti ha detto che le rinunce sono state tra l’1 e il 3 per cento.

Astrazeneca solo over 60

Dopo la conclusione delle vaccinazioni alle persone con più di 80 anni, attualmente in quasi tutte le regioni il vaccino di AstraZeneca è utilizzato soprattutto fra 60 e 79 anni e nei prossimi giorni sarà importante capire se il tasso di rinunce registrato nei giorni scorsi cambierà.

Al momento in Calabria non ci sono numeri precisi. La scorsa settimana i quotidiani regionali hanno pubblicato una nota diffusa da fonti della task force regionale che parlava di segnalazioni di rinunce nell’ordine «del 10, massimo 20 per cento».

Anche se alcuni medici dicono che le percentuali sono molto più alte. La stessa nota diceva che le perplessità tra i calabresi erano causate dalla contraddittorietà delle informazioni e che la confusione «è un fattore che alimenta una certa tendenza alla rinuncia».

Nonostante i tentativi di rassicurare, i dati e le testimonianze dei medici dicono che in Calabria c’è un grande problema con AstraZeneca. I dati, innanzitutto: come già detto, sono somministrate 45mila dosi, il 36 per cento delle 124mila consegnate finora.

Il mancato utilizzo non riguarda gli altri vaccini. Finora in Calabria è  utilizzato l’89,7 per cento delle dosi consegnate di Pfizer-BioNTech e l’87,3 per cento di Moderna, percentuali in linea con quelle registrate in tutte le altre regioni.

Questa notevole differenza che interessa AstraZeneca è il motivo per cui la Calabria è l’ultima regione per ritmi di vaccinazione. Ha utilizzato complessivamente solo il 75 per cento delle dosi consegnate.

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