Lampedusa di nuovo nel caos. Il governo fa orecchie da mercante

Redazione
Lampedusa di nuovo nel caos. Il governo fa orecchie da mercante

Lampedusa di nuovo nel caos. Il governo fa orecchie da mercante. Più passano le settimane e più appare evidente l’inefficacia, degli accordi strappati dai giallorossi in giro per il Mediterraneo. Per dare un freno all’immigrazione clandestina diretta in Italia.

Situazione insostenibile a Lampedusa

Nelle ultime ore, a Lampedusa, si sono registrati altri cinque sbarchi per un totale di 119 migranti.

Il primo approdo, un gruppetto di 17 persone, è avvenuto sul molo Favarolo nella tarda serata di ieri, dopo l’avvistamento delle motovedette della Guardia di finanza e della Guardia costiera.

Nella notte sono avvenuti gli altri quattro sbarchi

Tutti i migranti sono portati all’hotspot dell’isola, dove al momento si trovano complessivamente 250 persone a fronte di una capienza massima di 192 ospiti.

Il centrodestra ha fatto notare all’esecutivo come gli sbarchi non si fermino e anzi, proseguano a ritmi ormai insostenibili.

E tutto ciò nonostante gli sforzi sbandierati dai giallorossi, tra accordi e intese che si stanno rivelando veri e propri buchi nell’acqua.

“Il governo continua a negare l’emergenza, ma nascondere la realtà non serve a nulla. Gli accordi con la Tunisia hanno prodotto risultati insoddisfacenti e l’Europa interviene solo quando è troppo tardi, come in Grecia.”

“L’immigrazione senza controllo porta solo tensioni e disastri umanitari”, ha dichiarato a questo proposito in una nota Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

Accordi con Tunisi? Un flop

Appena un mese fa Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese sono volati in Tunisia per chiedere alle autorità locali un maggiore impegno nel contrasto all’immigrazione.

Piccolo problema: il Paese nordafricano è dilaniato dall’instabilità politica. Tanto è vero che, dopo le dimissioni del premier Fakhfakh, il presidente Kais Saied ha incaricato Hichem Michichi di formare un nuovo governo. La fumata bianca, con la fiducia del parlamento tunisino, è arrivata soltanto nei primi giorni di settembre.

Che cosa c’entra la Tunisia con l’immigrazione?

Più di quanto non si possa pensare, visto che sugli oltre 16.mila sbarcati dall’inizio dell’anno sulle coste italiane almeno il 42% è di origine tunisina.

Il punto è che chi proviene da Tunisi e dintorni è, nella maggior parte dei casi, un migrante economico. Dunque può tranquillamente ricevere il foglio di via per essere rimpatriato.

Nell’ultimo vertice, il duo Lamorgese-Di Maio hanno confermato l’impegno di addestrare le forze tunisine per bloccare le partenze e la manutenzione delle motovedette.

Calcolatrice alla mano, il Viminale ha sbloccato in favore del governo tunisino 11 milioni per il controllo delle frontiere.

Insuccessi e fallimenti

Alla luce di ciò ci si potrebbe aspettare una riduzione degli sbarchi. Neanche per idea, visto che, nonostante i soldi regolarmente sborsati da Roma, per rispettare accordi al sapore di beffa, i migranti continuano a lasciare la Tunisia per sbarcare in Italia.

Gli insuccessi del governo giallorosso non si limitano certo alla Tunisia

Scendendo nel dettaglio potremo citare anche il bluff degli accordi ottenuti in seguito al vertice di Malta, evento che risale a un anno fa.

In quel caso il famigerato patto sui migranti, al netto dei toni trionfalistici usati all’epoca dallo stesso Giuseppe Conte, si basava su una adesione volontaria, necessaria per ridistribuire gli ospiti in giro per l’Europa.

Altro giro, altra corsa

Lo scorso febbraio il ministro degli Esteri Di Maio era in Libia, dove, dopo aver incontrato Fayez Al Serraj, ha probabilmente toccato il tema delll’accordo sui libici in materia di immigrazione.

Ma anche in questo caso, a fronte di aiuti e rassicurazioni varie, i flussi migratori non si sono placati. Fonte IlGiornale

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