Lampedusa, operazione antipirateria. Nomi e reati delle persone arrestate
Lampedusa, operazione antipirateria. Nomi e reati delle persone arrestate. L’operazione antipirateria marittima nel Mediterraneo coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, dalla Squadra Mobile, Polizia di Stato di Agrigento, dalla Guardia di Finanza, dalla Sezione Operativa Navale di Lampedusa e l’Ufficio Circondariale Marittimo della Capitaneria di Porto, Guardia Costiera di Lampedusa hanno portato a termine una intensa attività d’indagine.
L’attività si è conclusa con il fermo di indiziato di reato del comandante del motopesca “Assyl Salah”, Chika Nader, e degli altri 3 membri dell’equipaggio, Adnan Knessi, Hatem Bonur e Jilani Joini, oltre al sequestro del natante, avendo commesso atti di depredazione in danno di diversi barchini con a bordo migranti.
La vicenda
Nello specifico, dopo aver bloccato i barchini con a bordo i migranti, hanno sottratto due motori fuori bordo lasciando alla deriva i migranti.
Almeno tre barche di migranti, nello stesso giorno, erano accostate da pescherecci tunisini, durante la loro traversata dalla Tunisia all’Italia e hanno agito con violenza mostrando dei coltelli non lasciando ai migranti di cedere alle loro richieste e di essere derubati dei motori fuori bordo, di soldi e telefoni cellulari.
Grazie alle dichiarazioni dei migranti sui barchini lasciati alla deriva, i colpevoli dell’accaduto sono riconosciuti tramite album fotografico.
La Guardia di Finanza di Lampedusa ha, così, rintracciato il motopesca “Assyl Salah” con a bordo i quattro tunisini segnalati che, però, hanno dichiarato di essersi fermati ai barchini e di aver prestato loro soccorso dando acqua e cibo ai migranti e che, in segno di riconoscimento, essi stessi avrebbero dato loro soldi e cellulari.
Fermi convalidati dal Gip
I fermi sono convalidati dal G.I.P. del Tribunale di Agrigento, che ha emesso a carico di tutti e quattro gli indagati la misura della custodia cautelare in carcere.
Per la prima volta, nella famigerata rotta migratoria del Mediterraneo centrale, si contesta agli indagati il reato di pirateria marittima, punito con pene fino a venti anni di reclusione.
Vanessa Miceli