L’Europa si prepara in caso di attacco della Russia
Il progetto della zona militare Schengen propone un regolamento unico accettato da tutti i paesi dell'area Schengen per agevolare e velocizzare movimento di truppe e carri armati
L’Europa si prepara in caso di attacco della Russia. Il progetto della zona militare Schengen propone un regolamento unico accettato da tutti i paesi dell’area Schengen per agevolare e velocizzare movimento di truppe e carri armati.
L’Unione Europea sta adottando misure strategiche per potenziare la mobilità militare interna, rispondendo alla possibilità di un attacco russo entro i prossimi cinque anni.
Il progetto centrale prevede la creazione di una “zona militare Schengen”, facilitando la circolazione di truppe e mezzi bellici con procedure semplificate e un regolamento unico che riduce a tre giorni il preavviso per i movimenti militari in tempo di pace, con notifiche più snelle in caso di conflitto.
Inoltre, si prevede l’esenzione di alcune restrizioni civili, come divieti di circolazione e limitazioni sul cabotaggio, per agevolare il trasporto militare.
Il sistema EMERS
La Commissione Europea rilancia il piano d’azione del 2018, proponendo l’istituzione di EMERS (European Military Mobility Enhanced Response System), un sistema d’emergenza che, in caso di crisi, garantirà priorità assoluta ai trasporti militari su infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali.
È stato inoltre concepito un “Solidarity Pool” e una “Riserva di Trasporto Strategico” per la condivisione di mezzi di trasporto tra i 27 Stati membri.
Un’attenzione particolare è riservata alle infrastrutture a duplice uso, con l’identificazione di 500 siti strategici da rafforzare contro minacce quali cyberattacchi e sabotaggi.
La Commissione propone un incremento decuplicato dei fondi comunitari per tali infrastrutture nel bilancio 2028-2034, portandoli a 17,65 miliardi di euro, sebbene il fabbisogno reale possa essere fino a cinque volte superiore, stimando un costo complessivo di circa 100 miliardi di euro.
Parallelamente, si punta a rafforzare l’industria della difesa europea e a innovare il settore militare, con un programma per formare 600.000 persone entro il 2030, fronteggiando la carenza di personale qualificato che potrebbe limitare la capacità produttiva e operativa dell’Unione.
L’industria della difesa ha visto una crescita occupazionale significativa dal 2022, a seguito dell’aumento delle spese militari dovuto all’invasione russa dell’Ucraina.