“L’Italia non sarà a rischio Bubble”: parla il top manager Pasquale Cataldi. Attenzione a queste città..
Pasquale Cataldi è un vero punto di riferimento nel Real Estate. Dopo anni di esperienza acquisita negli USA, viene nominato amministratore dell’azienda di famiglia a soli 26 anni. Il 2016 è l’anno della svolta con la fondazione di Altus. Nel 2019 la rivista Forbes lo inserisce tra i top 100 manager, conferendogli il Private Banking Awards alla Borsa di Milano nella categoria real estate. La lista dei riconoscimenti è lunga: vince il “CEO Awards” e viene selezionato dalla Scuola Normale di Pisa, in uno studio sulla distribuzione della ricchezza, in collaborazione col Ministero delle Finanze e con l’ISTAT, risultando tra i 10 personaggi più influenti in Italia.
Tanti premi ricevuti. Riconoscimenti importantissimi. Nel campo del real estate è diventato un vero punto di riferimento. Come ha raggiunto questo risultato?
“Ho combinato una visione innovativa con una strategia aziendale efficace. Elementi come l’analisi approfondita del mercato, l’adattamento alle tendenze emergenti, il forte impegno nella relazione con i clienti e la capacità di anticipare i cambiamenti del settore ma soprattutto sono andato ad occuparmi di quella nicchia di mercato dei Trophy Asset che solo gli Hign Individuals cercano e comprano”.
Quali sono i dati legati al Real estate in questi ultimi tempi?
“Parlare di dati in Italia e nel campo del real estate è impresa ardua, io guardo solo due analisi annuali: quella di UBS report e quello di KKR. Siamo riusciti a crearci un data center nostro personale a cui attingiamo per le analisi; quindi tutto ciò premesso posso affermare che l’Italia non sarà a rischio Bubble e soprattutto che le due città Firenze e Milano cresceranno ancora per un 3% nel 2024 e per un 8/10% nel 2025”.
Nella sua vita ha raggiunto ogni traguardo. Adesso cosa vorrebbe agguantare?
“L’espansione della mia attività in nuovi mercati, il dedicarsi a progetti di beneficenza o sostenibilità, o anche il perseguire obiettivi personali come lo sviluppo di nuove competenze o passatempi”.
Per lei il 2016 è l’anno della svolta con la fondazione di Altus. Nel 2019 la rivista Forbes lo inserisce tra i top 100 manager. Se lo aspettava?
“La nomina nella lista di Forbes del 2019 come uno dei top 100 manager rappresenta un riconoscimento notevole. Non mi aspettavo un tale riconoscimento, specialmente perché la mia ascesa è stata relativamente rapida. Tuttavia, questo riconoscimento è stato il risultato di anni di duro lavoro, innovazione e leadership efficace”.