Lite per foto su Facebook senza permesso finisce a colpi di pistola

Redazione
Lite per foto su Facebook senza permesso finisce a colpi di pistola

Lite per foto su Facebook senza permesso finisce a colpi di pistola. Una foto postata su Facebook senza permesso di due conoscenti ha portato allo scoppio di una sparatoria a Gela in provincia di Caltanissetta.

I commenti, posti sotto foto dei due interessati e giudicati dagli stessi offensivi avrebbero portato i due giovani a recarsi sotto casa dell’autore del post, per chiedere spiegazioni sulla pubblicazione delle foto.

Da lì in poi la situazione sarebbe degenerata con il giovane che avrebbe preso poi la propria pistola sparando verso la vettura dei due ragazzi. Fortunatamente i due giovani sono rimasti illesi e sono riusciti fortunatamente a scappare prima che la pistola potesse mietere qualche ferito.

Sparatoria per foto pubblicata senza permesso

A Gela in provincia di Caltanissetta è stata sfiorata la tragedia a causa di una foto pubblicata su Facebook senza permesso. Stando a quanto appreso un giovane avrebbe postato la foto di due conoscenti non solo senza l’autorizzazione dei diretti interessanti, anche con commenti giudicati “offensivi”.

Questo avrebbe poi portato la parte lesa a recarsi a casa del giovane con il fine di chiedere spiegazioni sul motivo di tale gesto. Quello che però sembrava un tentativo di dialogo è poi degenerato in una sparatoria da parte dell’autore del post che dal balcone ha sparato all’auto dei due giovani fortunatamente rimasti illesi.

Sul luogo la Polizia Scientifica che ha provveduto ad effettuare le dovute analisi. Nel frattempo si cerca capire se il fine dell’autore del post fosse quello che di attentare alla vita dei due ragazzi.

Mafia: confiscati beni a imprenditori legati a Messina Denaro

Beni per 4,5 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia a Marco Giovanni Adamo al figlio Enrico Maria, imprenditori originari di Castelvetrano, attivi nel settore del movimento terra e dell’edilizia, e vicini alla cosca di Matteo Messina Denaro.

Entrambi molto noti nella cittadina per il loro impegno in politica, in particolare il figlio è stato assessore e componente del Consiglio comunale di Castelvetrano. La confisca, disposta dalla Sezione Penale e Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, ha riguardato l’intero patrimonio riconducibile a loro.

Il capitale sociale e il patrimonio aziendale di tre imprese; numerosi appartamenti, terreni, automezzi. Inoltre, un’imbarcazione da diporto, diversi conti correnti bancari e forti disponibilità finanziarie.

Nei loro confronti è stata applicata anche la misura della sorveglianza speciale per tre anni e sei mesi per Marco Giovanni Adamo, e di due anni e sei mesi per il figlio, entrambi con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

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