Litigio mortale: uccisa a coltellate in casa protetta

Redazione
Litigio mortale: uccisa a coltellate in casa protetta

Litigio mortale: uccisa a coltellate in casa protetta. Omicidio nel primo pomeriggio di oggi, domenica 24 aprile, in una casa protetta di via del Lavoro a Marostica, in provincia di Vicenza, che ospita pazienti con problemi psichiatrici.

Una paziente ha ucciso dopo un litigio un’altra ospite, colpendola con un coltello. Il delitto è avvenuto intorno alle 12.50. A dare l’allarme al Suem 118, secondo quanto si è appreso, sono stati alcuni operatori della struttura; quando i sanitari sono arrivati sul posto non hanno potuto che constatare il decesso della donna.

La vittima aveva 53 anni. L’omicida, di un anno più anziana, con mani e abiti sporchi di sangue, è fermata subito. Le due donne coinvolte erano seguite da molti anni dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss7 Pedemontana

E da circa due anni, a fronte di una situazione stabilizzata, vivevano in un appartamento sociale gestito dalla cooperativa sociale “Un Segno di Pace“.

La ricostruzione del litigio mortale

In via del Lavoro si sono recati i carabinieri di Bassano del Grappa con i militari del Nucleo investigativo di Vicenza. Secondo una prima ricostruzione, la vittima è colpita a morte con una decina di fendenti da un’altra donna.

Alla base dell’accoltellamento ci sarebbe stato un litigio violento tra le due donne ospiti della struttura; una delle quali ha impugnato un coltello colpendo più volte l’altra.

La comunità Un Segno di Pace, attiva da una ventina di anni, si trova in una zona residenziale e artigianale, non molto lontano dal centro storico di Marostica. Del delitto è stato informato il sostituto procuratore di turno, Barbara De Munari.

Tra gli elementi al centro degli accertamenti il motivo che ha fatto scaturire il litigio fra le due donne, e se vi siano state negligenze nella vigilanza della struttura, per cui l’omicida abbia avuto la possibilità di procurarsi il coltello con cui ha colpito la vittima.

La nota dell’ULSS 7

L’Ulss 7 Pedemontana, in una nota, garantisce – come in molte altre situazioni analoghe – “le condizioni degli ospiti dell’appartamento sociale attraverso un monitoraggio sanitario costante, mediante più visite la settimana da parte di un operatore sanitario.

Inoltre, le ospiti dell’appartamento sono regolarmente sottoposte a visita psichiatrica, con cadenza mensile. In passato non erano mai emersi elementi di aggressività o di tensione particolare – tanto è vero che l’ultimo ricovero dell’autrice dell’aggressione risale a quasi vent’anni fa.

E lo stesso è risultato nell’ultima visita effettuata da parte dell’operatore proprio questa mattina poche ore prima dei fatti. L’Ulss 7 esprime le proprie condoglianze ai familiari della vittima e metterà a disposizione degli inquirenti tutta la documentazione utile a fare luce sulla vicenda”. (ilgiornaledivicenza)

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