Luca Barbareschi dice BASTA: “Il politicamente corretto è un’idiozia”

Redazione
Luca Barbareschi dice BASTA: “Il politicamente corretto è un’idiozia”

Luca Barbareschi dice BASTA: “Basta con il politicamente corretto” . Nella lunga intervista rilasciata a Rolling Stone, l’attore e conduttore racconta questa scelta e molto di più. “Questo programma nasce da una chiacchierata con il direttore di Rai 3, Franco Di Mare.

Mi ha chiesto: ‘Perché non fai televisione?'”, spiega. La sua volontà è quella di portare “non un Barba-pensiero, ma un pensiero che c’è, ma non viene riportato dalla stampa… Credo che il mondo del politically correct sia residuale, amplificato da media ottusi…”.

Il suo programma va in onda il lunedì su RaiTre dopo Report. Si chiama “In Barba a tutto” e lui è Luca Barbareschi. Nella lunga intervista rilasciata a Rolling Stone racconta questa scelta e molto di più.

“Questo programma nasce da una chiacchierata con il direttore di Rai 3, Franco Di Mare. Mi ha chiesto: ‘Perché non fai televisione?’”, spiega. La sua volontà è quella di portare “non un Barba-pensiero, ma un pensiero che c’è, ma non viene riportato dalla stampa…”

“Credo che il mondo del politically correct sia residuale, amplificato da media ottusi. Non posso pensare che il cervello sia così dedicato all’ammasso, come si diceva una volta”.

“Neanche alla corte di Luigi XIV c’era una censura subdola come questa. Con la differenza che i reali asburgici avevano una sensibilità per cui capivano se Mozart valeva la pena di essere messo in scena”.

“E almeno usavano Salieri, che comunque era un grande compositore e un esperto di musica, per selezionare i nuovi creativi che c’erano nell’impero austroungarico”.

Insomma, nelle sue lunghe risposte, Luca Barbareschi spiega di essere stufo di contesti come gli Oscar dove “in maniera razzista e anti-femminista, mettono un regolamento in cui si deve avere il 30% di persone che non ha un’altezza adeguata, il 30% di persone con un colore della pelle diverso, il 30% di transgender…”

Luca Barbareschi dice: il politically correct “sta alterando il grado di evoluzione cerebrale mondiale in modo terribile, insinuandosi in una maniera di giudicare”. E chi ha la responsabilità di amplificare l’ottusità? Ebbene, “il giornalismo, che non è letteratura, come dice quel genio di Harold Bloom nel Canone occidentale”.

“Se nelle scuole, invece di far leggere Shakespeare, Molière, Musil, Dostoevskij e Tolstoj, facciamo leggere un articolo di una giornalista che scrive di merda, ma racconta delle violenze subite nei barrios del Venezuela, quella non è letteratura, quella è cronaca”. Leggi anche qui 

“La forza della letteratura è la metafora rispetto a un archetipo… Il politicamente corretto smonta questa sovrastruttura e mette davanti a Dostoevskij una giornalista che ha un neurone, ma è protetta e le danno da lavorare. Bisogna scardinare questo meccanismo, perché chi è creativo è uno scienziato delle idee”. FQ

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