Ludovica trovata morta appesa ad una corda in un casolare
Ludovica trovata morta appesa ad una corda in un casolare. La speranza di ritrovare Ludovica Tocchini è finita a meno di 24 ore dalla scomparsa della 24enne; che era uscita dalla sua casa di San Giuseppe di Montecarlo (Lucca) ieri mattina e non vi ha più fatto ritorno.
Il corpo della giovane donna è trovato in un casolare abbandonato in via di Tappo a Badia Pozzeveri, sempre vicino Lucca. A trovare il corpo, appeso ad una corda, un abitante del paese che si era unito alle ricerche di Ludovica.
La zona era già perlustrata in precedenza. Ma solo stamattina l’uomo ha pensato di controllare l’interno del casolare abbandonato nell’ipotesi che la ragazza vi si fosse rifugiata per passare la notte.
L’ipotesi è che la giovane si sia suicidata, ma al momento gli inquirenti non escludono altre piste. E’ avvisata la famiglia e il padre di Ludovica, Andrea Tocchini, imprenditore nel ramo dell’edilizia e assessore del Comune di Montecarlo (LU).
Anche lui si trovava impegnato nelle ricerche della figlia assieme alla polizia municipale. L’uomo è stato tra i primi ad accorrere al casolare e a trovarsi di fronte la raccapricciante scena.
Morì dopo uso droga, identificato presunto spacciatore
Ha permesso tra l’altro di identificare un tunisino accusato di avere ceduto, insieme a un complice, la dose che provocò la morte per overdose di una donna di 35 anni nell’aprile del 2020 a Badia Tedalda (Arezzo) un indagine condotta dai carabinieri di Perugia contro lo spaccio di droga.
I militari del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale del capoluogo umbro hanno infatti dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre tunisini e un polacco, due dei quali già detenuti per altra causa.
Gli accertamenti, scattati dopo la morte della donna, hanno anche consentito di ricostruire quella che gli investigatori ritengono una “fitta” rete di spaccio di eroina, cocaina e cannabinoidi.
A capo della quale è stato identificato uno dei tunisini arrestati che – in base alla ricostruzione accusatoria – coordinava le attività illecite, avvalendosi per lo spaccio su strada dei suoi tre complici.
E’ stato accertato, inoltre, che il gruppo di spacciatori era in grado di gestire quantitativi di droga che venivano venduti giornalmente sulle “piazze” perugine e dei comuni vicini.
I quattro raggiunti dal provvedimento cautelare, risultati tutti già conosciuti dalle forze dell’ordine; devono ora rispondere di spaccio di stupefacenti in concorso, e uno dei tunisini anche di omicidio colposo e morte come conseguenza di altro delitto.