Mafia Capitale, ecco sentenza appello bis a 7 anni da inchiesta

Redazione
Mafia Capitale, ecco sentenza appello bis a 7 anni da inchiesta

Mafia Capitale, ecco sentenza appello bis a 7 anni da inchiesta. Arriverà a distanza di 7 anni dall’inchiesta, e senza più l’accusa di mafia, la sentenza d’Appello bis sul ‘Mondo di Mezzo’, prevista in serata a Roma.

Fu la Corte di Cassazione, il 22 ottobre 2019, a far cadere l’aggravante mafiosa ex articolo 416 bis, quando i giudici della Sesta sezione penale di piazza Cavour hanno riconosciuto la presenza di due associazioni a delinquere distinte ma non la loro mafiosità.

La stessa sentenza stabilì quindi la celebrazione di un processo d’appello bis per il ricalcolo delle pene. I protagonisti di ‘Mafia Capitale’ sono tornati così nelle aule di tribunale a Roma, e non più da detenuti, ma da liberi essendo scaduti i termini di custodia cautelare.

La prima scarcerazione, lo scorso 16 giugno, è stata quella di Massimo Carminati: l’ex Nar esce dal carcere di Oristano dopo che l’istanza di scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare, con il meccanismo della contestazione a catena, presentata dagli avvocati Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri è stata accolta dal Tribunale della Libertà.

Carminati ha lasciato così il carcere dopo 5 anni e 7 mesi di detenzione e per lui è disposto l’obbligo di dimora nel comune di Sacrofano. Dieci giorni dopo sono tornati liberi Salvatore Buzzi e l’ex consigliere regionale Luca Gramazio, entrambi erano agli arresti domiciliari.

Decorrenza dei termini di carcerazione

Una liberazione dovuta sempre alla decorrenza dei termini di custodia. Il processo d’Appello bis per il ricalcolo delle pene per 20 imputati si è aperto lo scorso 8 settembre; a quasi un anno dalla sentenza della Cassazione.

In aula si sono ritrovati fianco a fianco Buzzi e Carminati mentre per altri imputati invece si è scelta la strada del concordato. Tra questi l’ex consigliere Luca Gramazio, l’ex ad di Ama Franco Panzironi, Fabrizio Franco Testa e Riccardo Brugia.

Lo scorso 1 dicembre il procuratore generale Pietro Catalani ha chiesto una condanna a undici anni e un mese per Massimo Carminati e a 12 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione per Salvatore Buzzi.

Al primo processo di Appello, l’11 dicembre del 2018, quando era ribaltata la sentenza di primo grado con il riconoscimento dell’associazione mafiosa; Carminati è condannato dai giudici della Terza Corte d’Appello di Roma a 14 anni e mezzo, e Buzzi a 18 anni e 4 mesi.

Nel frattempo sono passati definitivamente allo Stato beni per quasi 30 milioni di euro; appartenuti ad alcuni degli imputati, tra cui una novantina di opere d’arte che Massimo Carminati custodiva nella sua villa.

Disegni di Renato Guttuso, dipinti e diverse opere grafiche di Mimmo Rotella; opere a firma di Giacomo Manzù e Giacomo Balla e una serigrafia di Mirò. Un atto che rappresenta l’epilogo delle indagini patrimoniali svolte, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti degli indagati e dei loro prestanome.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR