Mafia nigeriana, a Torino 20 condanne per 140 anni di carcere

Redazione
Mafia nigeriana, a Torino 20 condanne per 140 anni di carcere

Mafia nigeriana, a Torino 20 condanne per 140 anni di carcere. Un ragazzo massacrato di botte, fino alla morte, durante un rito di iniziazione.

Fiumi di droga da smerciare, donne da sfruttare per strada, migranti impauriti a cui chiedere denaro per attraversare, di notte e al gelo, le Alpi, verso la Francia. Ragazzi col cappello da baseball in mano piazzati a chiedere l’elemosina.

Centoquaranta anni di carcere.

Ecco quanto pesa la mafia nigeriana a Torino, ufficialmente riconosciuta il 25 settembre 2020 dalla gup Giorgia De Palma, che ha inflitto venti condanne, con pene fino a dieci anni e dieci mesi di carcere.

Le pene sono già ridotte di un terzo, trattandosi di un rito abbreviato. La giudice di Torino ha accolto la tesi del pm Enrico Arnaldi Di Balme, che ha coordinato la squadra Antitratta della polizia municipale e la squadra mobile.

L’inchiesta, ribattezzata Atheneaum II, durata anni, è il seguito del procedimento Atheneaum, che nel 2017 ha portato il tribunale piemontese a scrivere la prima sentenza in Italia che riconosce la “mafia” nel cult nigeriano dei Maphite.

Il tribunale di Torino aveva già fatto scuola dieci anni prima, quando venne pronunciata la prima sentenza italiana che riconosce in generale la mafia nigeriana nel nostro Paese.

“Impugneremo la sentenza, i Maphite sono una confraternita che non può e non deve essere equiparata a un’associazione di stampo mafioso”, afferma l’avvocato Manuel Perga, legale di sette imputati.

Gli inquirenti non la pensano così. E nemmeno il gip che il 18 luglio del 2019 fece scattare le manette per 30 persone.

All’epoca, alcuni indagati erano latitanti. Come Osaze Osemwegie, detto Cesar, arrestato a luglio in Germania, nel 2016 eletto ministro della Cultura dello Stato dell’Edo, nel Suddella Nigeria.

Per lui il processo, ordinario, inizierà tra poche settimane. Intercettato il 21 settembre 2013 al Boscolo tower hotel di Bologna mentre parlava a una riunione segreta con trenta affiliati, diceva: “Avete oggi la possibilità di eleggere il vostro nuovo Don.

La famiglia è registrata in tutto mondo. Sono un politico in Nigeria e vi posso dire che siamo crescendo. Con la grazia di Dio avremo il potere tra tre anni”.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR