Mafia, nuovo colpo al mandamento di Ciaculli: 16 fermi

Redazione
Mafia, nuovo colpo al mandamento di Ciaculli: 16 fermi

Mafia, nuovo colpo al mandamento di Ciaculli: 16 fermi. Nuovo colpo al mandamento di Ciaculli a Palermo. Carabinieri e Polizia di Stato hanno dato esecuzione, su delega della Direzione distrettuale antimafia, a 16 provvedimenti di fermo.

Provvedimenti a carico di altrettanti indagati ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata del metodo mafioso.

Tredici le misure eseguite dalla Polizia, al termine di due anni di indagine sulla scia delle operazioni ‘Maredolce 1’, ‘Maredolce 2’ e ‘Sperone’, concluse tra il 2017 e il 2019.

Sono stati individuati capi e gregari delle famiglie mafiose della Roccella e di Brancaccio e ricostruite le loro responsabilità in ordine a più di 50 episodi estorsivi in danno di quasi altrettanti operatori economici.

Estorsioni con mitragliatrici e raid armati, 3 arresti a Pozzuoli

Questa mattina, a Pozzuoli, i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

L’ordinanza riguarda 3 indagati, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di estorsione, tentata estorsione in concorso; e detenzione e porto illegale di armi, con le aggravanti delle finalità mafiose.

Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno permesso di raccogliere gravi indizi di reità a carico degli indagati in ordine a sei estorsioni.

Estorsioni

Estorsioni avvenute in danno di titolari di attività di ristorazione, commercianti al dettaglio e rivenditori nel mercato ittico di Pozzuoli; con richieste di somme di denaro tra gli 800 e 3000 euro, avanzate anche con l’uso di mitragliatrici e pistole.

Le attività investigative hanno messo in luce alcuni episodi estorsivi perpetrati, tra il mese di settembre ed il mese di dicembre 2017, da un gruppo di soggetti facenti capo a C. A., detto “il fantasma”.

Il quale, forte dell’assenza dal territorio dei capi storici del clan Longobardi, avrebbe condotto numerosi raid armati ed esplosione di colpi d’arma da fuoco (oltre 10 in soli tre mesi) nei confronti delle attività commerciali.

Alla ricostruzione dei vari episodi hanno concorso le attività di intercettazione con i riscontri delle testimonianze rese dalle vittime. Un ruolo decisivo, ai fini del buon esito dell’attività investigativa, è stato il ritrovamento della cosiddetta “contabilità”.

Era contenuta all’interno di una sorta di agenda nel cui interno cui erano indicati, con termini anche criptici, i commercianti da taglieggiare; e le somme da pagare. Tale agenda è stata rinvenuta, poi. all’interno del locale in cui A. si nascondeva per evitare l’esecuzione di altra misura cautelare.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR