Manfredonia (Foggia): Porta figlia ferita al pronto soccorso, la rifiutano
Manfredonia (Foggia): Porta figlia ferita al pronto soccorso, la rifiutano. «Non c’è l’ortopedico, vada a S.Giovanni!». L’ennesimo caso di malasanità arriva dall’ospedale San Camillo De Lellis di Manfredonia, in provincia di Foggia.
A denunciare le inefficienti condizioni del nosocomio pugliese un operaio del posto che si è presentato ieri al pronto soccorso con la figlia di sette anni.
La bambina ferita ad un braccio
La bambina si era fatta male a un braccio mentre giocava su uno scivolo in un lido balneare di Siponto.
L’ospedale respinge le cure
Arrivati affannosamente al pronto soccorso, sono stati esortati ad andarsene, a seguito dell’assenza di un ortopedico in ospedale. Secondo la ricostruzione del papà della piccola, Roberto Tomaiulo.
«Di corsa mi sono recato al pronto soccorso dell’ospedale di Manfredonia nella certezza di avere la dovuta assistenza.
Noemi, la mia bambina, piangeva per il forte dolore al braccio, e dal semplice tatto dell’arto si evinceva che aveva subito delle fratture.
Le mie attese di ricevere il doveroso soccorso sono andate deluse. L’unico medico e l’unico infermiere presenti al pronto soccorso, mi hanno detto chiaro e tondo che loro non potevano intervenire né tanto meno potevano ricorrere ad un ortopedico o un chirurgo, in quanto non ce n’erano.
L’unico consiglio che sono stati in grado di darmi è stato quello di rivolgermi all’ospedale di San Giovanni Rotondo». L’odissea dei Tomaiulo però non finisce qui
Il calvario dell’attesa al pronto soccorso del San Giovanni
Giunti al pronto soccorso di San Giovanni, i due hanno dovuto attendere ore prima di ricevere una visita preventiva.
In una sala d’aspetto gremita di pazienti, i medici stessi si lamentavano per l’affollamento per loro insostenibile.
L’ospedale di San Giovanni, infatti, è di fatto chiamato a sopperire alle carenze degli altri ospedali come quello, appunto, di Manfredonia.
Le attuali condizioni di Noemi
Infine la piccola Noemi è riuscita a ricevere l’assistenza necessaria. La radiografia al braccio ha rivelato due fratture scomposte. Sottoposta a intervento le sono state applicati ben quattro perni.
La rabbia del signor Roberto
Ora l’aspetta una lunga convalescenza, mentre il papà Roberto è ancora furioso per la degradata situazione del San Camillo di Manfredonia.
«Il San Camillo è buono solo per tenere le luci accese, ma privo di tutto quanto necessario a qualificalo come ospedale.
Eppure sono arrivati qui tanti politici e dirigenti della Asl ad inaugurare reparti, portare soldi, e fare tante promesse in vista del voto alle prossime regionali.
Tutto fumo negli occhi: la realtà vissuta è quella di mia figlia. E se si fosse trattato di un caso di vita o di morte?
È assurdo che una città quale Manfredonia al centro di un bacino di utenza che in estate si moltiplica per dieci volte, e dal quale quindi possono venire le più svariate richieste di assistenza sanitaria, non debba avere un ospedale degno di tale nome. E il coronavirus ci ha risparmiati, almeno fino ad ora».