Manovra: ok in Aula alla fiducia ma cresce il malumore

Redazione
Manovra: ok in Aula alla fiducia ma cresce il malumore

Manovra: ok in Aula alla fiducia ma cresce il malumore. Il mancato confronto con il parlamento e il frequente ricorso al voto di fiducia inizia a destare qualche malumore anche nella maggioranza

La manovra è passata alla Camera, dove la fiducia è passata con 414 voti favorevoli. Tuttavia, nonostante il risultato positivo raggiunto, in parlamento l’umore è sempre più cupo. Il “metodo”, che da straordinario

E’ diventato ordinario per l’esecutivo di Mario Draghi, e che è reiterato dopo il voto alla legge di Bilancio, sta creando ben più di qualche mormorio nella maggioranza. Anche perché, come riporta IlGiornale, in questo modo ci sono tempi ristretti

Per l’esame da parte di uno dei due rami del Parlamento e i testi blindati senza possibilità di modifiche. Da più fronti, infatti, si fa notare che ormai il sistema di governo italiano è diventato un monocameralismo di fatto

Contro il quale quasi tutti sostengono sia necessario intervenire per stoppare quella che viene definita una “degenerazione” della forma democratica parlamentare. I parlamentari sono chiamati a interrompere le loro vacanze natalizie

Per votare e approvare la manovra a ridosso della fine dell’anno, con il rischio dell’esercizio provvisorio. Ora che il “metodo” è diventato la normalità, i deputati hanno deciso di alzare la voce. Sia la Camera che Senato

Sono reduci da una sorta di tour de force pre natalizio con una serie di fiducie poste dal governo sui decreti in scadenza (da quello fiscale a quello sul Pnrr). E, come spiegano da Montecitorio, non è in discussione

La fiducia a questa maggioranza ma è il refrein che accomuna gli interventi in dichiarazione di voto in Aula. Arrivati a questo punto, sottolineano, “non si può far finta di nulla”. Ovviamente, ai malumori della maggioranza

Si sommano quelli di opposizione con FdI che parla senza mezzi termini di “parlamento mortificato” e evidenzia con forte disappunto. L’assenza del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco.

Ora le voci suonano quasi all’unisono a Montecitorio su questo tema. Da più parti si chiede che venga trovata una strada risolutiva, che, come spiegano da +Europa, non può essere solo una nuova legge elettorale.

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