Maresciallo della Guardia di Finanza si suicida sparandosi alla testa
Il finanziere aveva 24 anni e si è sparato con la pistola d'ordinanza. E' successo all'aeroporto militare di Pratica di Mare, in provincia di Roma
Maresciallo della Guardia di Finanza si suicida sparandosi alla testa. Il finanziere aveva 24 anni e si è sparato con la pistola d’ordinanza. E’ successo all’aeroporto militare di Pratica di Mare, in provincia di Roma.
Originario di Bari, G.B., aveva 24 anni. era maresciallo della Guardia di Finanza e si è tolto la vita con la pistola d’ordinanza.
Il triste evento è avvenuto presso l’aeroporto militare “Mario De Bernardi” di Pratica di Mare, nei pressi di Pomezia, in provincia di Roma, nella tarda mattinata di lunedì 13 gennaio.
Le indagini dei carabinieri
Il maresciallo lavorava in un ufficio amministrativo del Centro Aviazione. Le indagini sono condotte dai carabinieri sotto la direzione della Procura. Dalle prime ricostruzioni, sembra che l’incidente sia avvenuto intorno alle 11:00.
Le motivazioni dietro questo gesto rimangono sconosciute. I suoi colleghi lo hanno trovato privo di vita negli alloggi militari e hanno immediatamente allertato il Numero Unico delle Emergenze 112, richiedendo l’intervento tempestivo di un’ambulanza.
Purtroppo, ogni tentativo di rianimarlo è risultato vano. Dopo i consueti accertamenti sul luogo, la salma è stata trasferita all’Istituto di Medicina Legale di Tor Vergata, dove verrà eseguita l’autopsia.
Il militare non era sposato
Il militare, in ferma volontaria e giunto in neo-assegnazione presso il Centro di Aviazione il 16 dicembre 2024, era nato il 29 marzo 2001 a Bari ed era celibe.
«Colpisce ma non dovrebbe sorprendere perché dal fenomeno non è esente nessuno, dal giovane all’anziano», ha scritto su fb Massimiliano Salce, autore del libro ‘Il suicidio in uniforme’, edito dalla casa editrice Magi, un vero e proprio compendio dedicato al fenomeno nelle Forze Armate e dell’Ordine.
«Sorprende – continua nel post Salce, che è stato anche comandante in Guardia di Finanza – invece è che le amministrazioni non vogliono dedicare incontri al problema. Perché si crede che nel parlarne se ne generino altri”.
