Marianna, dispersa da 18 giorni: i familiari parlano per la prima volta
Appello a Favara, in provincia di Agrigento, ai vertici dello Stato e pronto un esposto
Marianna, dispersa da 18 giorni: i familiari parlano per la prima volta. Appello a Favara, in provincia di Agrigento, ai vertici dello Stato e pronto un esposto.
Dopo diciotto giorni di angoscia e silenzio, i familiari di Marianna Bello, la 38enne scomparsa durante l’ondata di maltempo che ha colpito Favara, hanno convocato una conferenza stampa per rivolgere un appello alle istituzioni e annunciare future iniziative legali.
L’incontro si è svolto nella sede dell’associazione venatoria “Il Nibbio”, a pochi metri dal centro di coordinamento dei soccorsi.
A incontrare i giornalisti sono stati la sorella Flavia Bello, il marito Renato Salamone e il legale della famiglia, l’avvocato Salvatore Cusumano, che hanno espresso insieme gratitudine, preoccupazione e determinazione.
I ringraziamenti
In apertura, l’avvocato Cusumano ha voluto ringraziare tutte le realtà impegnate nelle ricerche: il Comando provinciale dei Carabinieri, la Questura di Agrigento, i Vigili del fuoco, la Protezione civile, il sindaco, per la presenza costante, il presidente di AICA, per mezzi e supporto tecnico, le istituzioni religiose locali e la comunità favarese.
«Hanno dimostrato vicinanza concreta e non ci hanno lasciati soli», ha sottolineato il legale. La famiglia ha appreso che il piano di ricerca potrebbe essere sospeso al ventesimo giorno dalla scomparsa.
Da qui l’appello ufficiale rivolto alle massime cariche dello Stato: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Ministro dell’Interno e Prefetto di Agrigento.
«Proseguite le ricerche – ha chiesto Cusumano – affinché Marianna possa tornare a casa, affinché le venga data una degna sepoltura, affinché i figli possano piangere la propria madre in un luogo certo».
Il legale ha ricordato un precedente nel territorio agrigentino, quando tra il 2016 e il 2017, a Sciacca, le ricerche furono prolungate oltre i venti giorni.
Annunciato un esposto in Procura
La famiglia ha annunciato che, una volta concluse le operazioni, presenterà un esposto in Procura. L’obiettivo è chiarire se vi siano state mancanze o responsabilità: Era corretto mantenere l’allerta “gialla” e non elevarla a “rossa”? La Protezione civile regionale ha agito in modo adeguato? Il convogliatore è stato manutenuto secondo le norme?
«Se emergeranno responsabilità, ci costituiremo parte civile. Non sarà un risarcimento alla perdita, ma un modo per tutelare la res publica», ha dichiarato Cusumano.
Particolarmente toccante l’intervento di Flavia Bello
«Ringraziamo chiunque ci abbia aiutato. La comunità ci è stata vicina. Ma non sappiamo cosa dire ai bambini, che continuano a chiedere di lei. L’unica speranza è che torni a casa, in qualunque condizione essa sia. Chiediamo solo che le ricerche continuino».
Tra sofferenza e dignità, la famiglia chiede che l’attenzione resti alta. L’obiettivo non è solo ritrovare Marianna, ma anche fare chiarezza su quanto accaduto, perché nessun’altra famiglia debba affrontare una tragedia simile senza risposte.
Vanessa Miceli