Mario Tozzi sui Campi Flegrei: rischio di una distruzione peggiore di quella di Pompei
Secondo il geologo, primo ricercatore del Cnr e divulgatore scientifico, l'eruzione ci sarà. Non si sa quando, ma ci sarà. Lo ha dichiarato in una intervista al Messaggero

Mario Tozzi sui Campi Flegrei: rischio di una distruzione peggiore di quella di Pompei. Secondo il geologo, primo ricercatore del Cnr e divulgatore scientifico, l’eruzione ci sarà. Non si sa quando, ma ci sarà. Lo ha dichiarato in una intervista al Messaggero.
I Campi Flegrei attraversano momenti critici, segnati da frequenti scosse sismiche e dal costante timore legato al vulcano. Mario Tozzi, noto geologo e primo ricercatore del CNR, nonché divulgatore televisivo di “Sapiens”, ha discusso con Valentina Panetta de Il Messaggero sulle implicazioni di un’eventuale eruzione del supervulcano.
Esiste davvero un pericolo di eruzione nei Campi Flegrei?
«Assolutamente sì», afferma Tozzi senza mezzi termini. Ma cosa intendiamo con “supervulcano”? «Un supervulcano», chiarisce Tozzi, «è un vulcano di dimensioni e capacità distruttive notevoli».
Come si potrebbero immaginare le conseguenze di un’eruzione?
Tozzi spiega: «Un cataclisma ai Campi Flegrei potrebbe essere ancora più devastante di Pompei, a seconda dell’intensità dell’eruzione. Se si trattasse di un’eruzione di media o bassa intensità, potrebbe somigliare a Pompei, ma i Campi Flegrei hanno già dato vita a fenomeni molto più devastanti e potrebbero essere significativamente più distruttivi».
E quanto potrebbe essere distruttivo?
«Dipende», continua Tozzi, «gli eventi passati dei Campi Flegrei hanno modellato il paesaggio della pianura campana. Un’eruzione veramente catastrofica potrebbe danneggiare significativamente l’intera area della Campania centrale».
C’è abbastanza consapevolezza tra la popolazione e le istituzioni riguardo a questo rischio?
«Gli abitanti spesso non percepiscono la pericolosità del luogo in cui vivono, altrimenti non avrebbero scelto di stabilirsi lì. Prima di acquistare una casa, sarebbe opportuno fare alcune considerazioni.
I rischi sono di due tipi: uno legato al bradisismo, quindi alla sismicità, che di solito non supera la magnitudo 5. Con una magnitudo di 4,4, non dovrebbe accadere nulla di rilevante. Comprendo che chi vive lì da tempo potrebbe pensarci due volte prima di spostarsi, ma prima o poi un’eruzione potrebbe verificarsi. Cosa faremo allora?».
Mario Tozzi conclude riflettendo sulle potenziali conseguenze di un evento simile. Mario Tozzi continua: «Le eruzioni di questo genere generano delle nubi ardenti, tecnicamente note come colate piroclastiche.
Si tratta di flussi composti da un mix di polveri, ceneri, lapilli e vapore acqueo, con temperature estremamente elevate, tra 200 e 400 gradi, che scorrono lungo i pendii a velocità impressionanti, talvolta raggiungendo i 250 km/h.
È una sorta di colata, sebbene con caratteristiche quasi impalpabili, che trasporta ceneri incandescenti simili a un aerosol, capace di avvolgere tutto e provocare danni gravi ai polmoni di chi li inala.
A differenza delle classiche colate laviche, queste sono manifestazioni esplosive. Le nubi ardenti avanzano rapidamente sui pendii, colpendo anche aree molto distanti. Si tratta di una distruzione totale».
Riguardo ai terremoti ai Campi Flegrei e in Puglia, Mario Tozzi chiarisce: gli eventi delle due regioni hanno una semplice coincidenza temporale senza alcuna relazione diretta. «Non c’è alcun collegamento. Sono due fenomeni distinti: geograficamente e geologicamente. Le scosse ai Campi Flegrei sono di natura vulcanica, mentre quelle in Puglia sono tettoniche».