Massimo Ferrero in carcere per bancarotta e reati societari

Redazione
Massimo Ferrero in carcere per bancarotta e reati societari

Massimo Ferrero: in carcere per bancarotta e reati societari. Massimo Ferrero, ormai ex patron della Sampdoria, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza questa mattina a Milano per bancarotta fraudolenta e reati societari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola (Cosenza).

A renderlo noto l’Ansa che specifica che la società doriana non è coinvolta nelle indagini. Motivo dell’arresto sarebbero i fallimenti di 4 società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico di Ferrero tutte con sede in provincia di Cosenza, Calabria.

L’imprenditore – soprannominato anche “Viperetta” è condotto nel carcere di San Vittore: coinvolte altre 9 persone, ora agli arresti domiciliari, tra cui la figlia maggiore Vanessa Ferrero e il nipote Giorgio. Poco dopo l’arresto, la società ligure ha ufficializzato le dimissioni da presidente con un comunicato ufficiale.

Perquisizioni in varie regioni, tra cui Lombardia, Lazio, Campania, Basilicata e Calabria. In particolare sono in corso da questa mattina controlli nell’abitazione romana di Ferrero.

Il comunicato della Sampdoria

Il club in una nota ufficiale si è detto stupito “dell’odierna esecuzione di una misura cautelare di custodia in carcere a carico di Massimo Ferrero, richiesta da parte della Procura della Repubblica di Paola per vicende fallimentari relative a fatti di moltissimi anni fa”.

Situazioni che sono indipendenti “rispetto alla gestione e alla proprietà della Società U.C. Sampdoria” ma che hanno spinto Ferrero a fare un passo indietro “proprio per tutelare al meglio gli interessi delle altre attività in cui opera, e in particolare isolare anche ogni pretestuosa speculazione di incidenza di un tanto rispetto all’U.C. Sampdoria e al mondo del calcio”.

Inizialmente si è pensato che il tutto potesse essere partito dal caso Obiang, ovvero la cessione nel 2015 del centrocampista dalla Sampdoria al West Ham per 6.5 milioni di euro.

Con quei soldi che furono utilizzati per operazioni estranee al club e in particolare per acquisire un’azienda che operava nel settore cinematografico, la Vici Srl, gestita dalla figlia del patron Vanessa.

I riflettori della Procura

Ferrero fu prosciolto dalle accuse di dichiarazione fraudolenta, autoriciclaggio e truffa, ma la vicenda ha acceso i riflettori su altre situazioni e da qui potrebbe essere nata l’accusa di bancarotta fraudolenta, reato appunto contestato anche a Vanessa Ferrero e al nipote Giorgio.

Nell’ordinanza si legge che una delle società coinvolte è la Ellemme group Srl, di cui la figlia di Ferrero è l’amministratore unico; ma il papà è quello di fatto. Questa azienda secondo i magistrati si sarebbe accollata un debito di più di un milione e 200mila euro che diverse società del gruppo avevano verso Rai Cinema Spa.

Rinunciando, però, si legge “a incassare i crediti dalla stessa vantati nei di Rai Cinema Spa senza richiedere qualsiasi controprestazione e senza pattuire interessi – corrispettivi”.

Con questa mossa si cagionava il dissesto della Ellemme Group Srl. A Ferrero e agli altri indagati è contestato  anche di aver distrutto tutto o in parte libri e altre  scritture contabili della società fallita.

Sempre nell’ordinanza si legge che Vanessa Ferrero “con ripetuti prelevamenti dai conti bancari nella disponibilità della Ellemme Group srl, sia in contante che a mezzo assegni, distraeva l’importo di 740 mila euro.

Bancarotta fraudolenta

Il tutto allo scopo di procurare a sé o ad altri ingiusto profitto e recare pregiudizi ai creditori”. Sono contestati dunque agli indagati bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e una serie di reati societari.

Personaggio molto particolare Ferrero, contestatissimo dalla tifoseria sampdoriana, ha spesso e volentieri conquistato l’attenzione per atteggiamenti e dichiarazioni sopra le righe e per così dire senza filtri.

Non è la prima volta che per lui si aprono le porte del carcere; visto che già in un’intervista televisiva di qualche anno fa “er viperetta” dichiarò di essere finito in una struttura in giovanissima età.

“Avevo 14 anni e andai in un carcere minorile. Mia madre mi passava sigarette di contrabbando. Una storia adolescenziale, visto che stavo con una ragazzina figlia di un vigile che non approvava la nostra relazione, era un malato di mente. Gli diedi uno schiaffo quando mi fermò col motorino e mi portò in carcere”.

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