Massimo Giletti contro tutti: “Non è un bene per la democrazia”
Massimo Giletti contro tutti: “Non è un bene per la democrazia”. Massimo Giletti, nell’ultima puntata di questa stagione di Non è l’Arena su La7, denuncia un episodio grave. Stando alla sua versione, il ministro della Salute Roberto Speranza
Avrebbe messo alla porta un’inviata del programma non permettendole di partecipare a una sua conferenza. “Come ogni settimana abbiamo invitato il ministro Speranza ma anche questa volta non ci siamo riusciti.
Poi si è aperta una finestra – ha spiegato il conduttore -. E’ stata convocata una conferenza stampa sul caso della giovane ligure morta dopo il vaccino di AstraZeneca. Abbiamo provato ad accreditarci e ci hanno dato l’ok”.
Andando avanti col racconto, però, Massimo Giletti ha spiegato che una volta arrivata alla conferenza la troupe è stata respinta: “E’ successo qualcosa di strano”, ha aggiunto. E poi ha mandato in onda il filmato
In cui l’inviata del programma viene rifiutata all’ingresso. Nel video, gli organizzatori dell’evento dicono alla giornalista che non ha l’accredito. Nonostante lei faccia vedere loro la mail di conferma.
Gli addetti allora le spiegano che in realtà avrebbe dovuto ricevere una telefonata di conferma. “Mi sembra una cosa folle, ci lasciate sempre fuori dalla porta”, ha detto spazientita la giornalista, che si è sentita rispondere.
“Ci spiace ma è così”. “In una democrazia impedire alla stampa di fare domande è una cosa gravissima – ha sottolineato Giletti in studio -. Un politico deve sempre rispondere alle domande, soprattutto a quelle più scomode. Capisco che per Speranza è meglio andare nelle altre trasmissioni, però si ricordi che noi non molleremo mai”.
Massimo Giletti sotto scorta perché minacciato
Massimo Giletti sulle minacce subite dalla mafia: “Lasciato solo da tanti colleghi”. Giletti si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Il conduttore di Non è l’Arena, il programma in onda su La7 tutte le domeniche
Ha dovuto fare i conti con le minacce dopo le sue inchieste sulla mafia. Un fattaccio che gli ha senz’altro cambiato la vita. Come noto, il giornalista conduttore di Non è l’arena su La7 ha ricevuto minacce di morte dalla mafia
E per questo da quasi un anno è costretto a vivere sotto scorta. La vicenda è diventata di pubblico dominio, fin dall’inizio, ma Giletti non ha smesso di picchiare duro su Cosa Nostra.
Un esempio? La sua ultima dichiarazione, relativa alle stragi in cui vennero trucidati i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: “Ancora oggi ci sono troppe domande che rimangono senza risposta”, tuona Giletti dalle colonne del settimanale. Fonte Libero