Matteo Renzi e Maria Elena Boschi indagati nell’inchiesta Open

Redazione
Matteo Renzi e Maria Elena Boschi indagati nell’inchiesta Open

Matteo Renzi e Maria Elena Boschi indagati nell’inchiesta Open. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi è indagato per finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open.

Con lui risultano iscritti nel registro degli indagati anche gli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Che si aggiungono al manager Marco Carrai e all’ex Presidente della Fondazione Alberto Bianchi.

Il senatore di Italia Viva dovrà presentarsi in procura il 24 novembre, per rispondere alle domande degli inquirenti “con l’assistenza del difensore di fiducia già nominato”.

Ad anticiparlo è il quotidiano La Verità

Che spiega anche come secondo l’accusa, i finanziamenti alla fondazione sarebbero serviti “a sostenere l’attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana”.

La procura proverà a dimostrare come la Fondazione agisse come “articolazione di partito”. E dunque fosse soggetta proprio alle norme sul finanziamento pubblico ai partiti, che invece sarebbero state eluse.

Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi erano infatti tutti membri del consiglio direttivo di Open, che avrebbe ricevuto “in violazione della normativa citata i contributi di denaro”.

Si parla di circa 670mila euro nel 2012, 700mila nel 2013, 1,1 milioni nel 2014, 450mila nel 2015, 2,1 milioni nel 2016, un milione nel 2017 e 1,1 milioni nel 2018.

Ricordiamo che nei mesi scorsi l’inchiesta aveva determinato perquisizioni e sequestri, che avevano riguardato anche finanziatori della fondazione non iscritti nel registro degli indagati.

Recentemente la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dai legali di Carrai e di altri imprenditori contro il sequestro di documenti e pc.

Motivando con il fatto che non è provato che la fondazione Open fosse un’articolazione di partito, come invece sostenuto dalla procura fiorentina.

Matteo Renzi ha sempre respinto le accuse

Sottolineando che non spetta ai giudici stabilire cosa sia un partito e cosa no e ribadendo che “le entrate e uscite di Open sono tutte tracciate”. La fondazione ha operato dal 2012 al 2018, poi è stata sciolta.

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