Meghan Markle ce l’ha fatta: novità sul processo e sul rientro a Londra

Redazione
Meghan Markle ce l’ha fatta: novità sul processo e sul rientro a Londra

Meghan Markle ce l’ha fatta: novità sul processo e sul rientro a Londra. La battaglia di Meghan contro la stampa britannica prosegue, ma la prima udienza in tribunale è stata rinviata di nove mesi. L’Alta Corte ha accolto la richiesta della duchessa che così schiva (per ora) l’imbarazzante incontro con Elisabetta II

La battaglia in tribunale tra Meghan Markle e il Daily Mail e il Mail on Sunday – i due tabloid britannici da lei citati in giudizio per aver pubblicato stralci della lettera privata spedita a papà Thomas nell’agosto 2018 – ha subito uno slittamento dell’ultimo minuto.

Il processo doveva iniziare presso l’Alta Corte di Londra lunedì 11 gennaio. Ma gli avvocati della duchessa, in extremis, hanno presentato una richiesta formale di rinvio.

E il giudice Justice Warby l’ha accolta: il processo si farà «non prima di ottobre 2021». Warby ha spiegato che la sua decisione è basata su «motivi riservati» presentati nei giorni scorsi dal team legale di Meghan durante un’udienza a porte chiuse.

Le ragioni

Quali che siano le ragioni riservate, l’ex attrice si è assicurata, a poche ore dalla sua richiesta all’Alta Corte di Londra, addirittura un rinvio di nove mesi.

E i media britannici hanno subito iniziato a speculare: la duchessa è per caso incinta? La duchessa vuole schivare imbarazzanti incontri con la regina Elisabetta II e gli altri membri della royal family?

Ma forse il motivo per cui gli avvocati di Meghan hanno chiesto di rimandare il processo è molto più tecnico (e per i gossip addicted molto meno succulento): lo slittamento consentirà loro di armarsi meglio per opporsi ad alcuni elementi della difesa, su tutti l’uso della biografia «Finding Freedom».

Alla fine di settembre, infatti, l’Alta Corte londinese ha stabilito che Associated Newspapers, proprietaria del Mail On Sunday e del Daily Mail, potrà includere nella sua difesa la biografia di Omid Scobie e Carolyn Durand sui Sussex.

E il libro, a cui avrebbero collaborato gli stessi Harry e Meghan, contiene parti della lettera incriminata a papà Thomas.

L’avvocato della Markle, Justin Rushbrooke, nell’udienza preliminare dello scorso settembre ha negato che Meghan o Harry abbiano collaborato alla stesura di Finding Freedom: «Non hanno rilasciato interviste, né fornito foto.

E gli estratti della lettera che compaiono nella biografia provengono dagli articoli dei giornali accusati». Tuttavia i legali di Associated Newspapers ritengono che, quando daranno battaglia in tribunale, la presenza di quegli stralci di lettera nella biografia giocheranno a loro favore. Leggi anche qui 

Perciò hanno chiesto di poter includere Finding Freedom nella loro difesa. E siccome l’Alta corte di Londra ha dato l’ok, gli avvocati di Meghan sono corsi ai ripari assicurandosi nove mesi in più per affilare le unghie. Vanity Fair

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