Milano, tentato suicidio in metro: linea rossa M1 sospesa tra Pagano e Bisceglie
Milano, tentato suicidio in metro: linea rossa M1 sospesa tra Pagano e Bisceglie. Tentato suicidio nella mattinata di oggi, venerdì 6 novembre, a Milano.
Una persona avrebbe cercato di uccidersi lanciandosi sui binari della metro, lungo la linea rossa.
L’episodio, come riporta l’Azienda regionale emergenza urgenza, è avvenuto attorno alle 9.20 sulla banchina della fermata De Angeli, in direzione Bisceglie.
Non sono note al momento le generalità della persona coinvolta: per soccorrerla l’Areu ha inviato in codice rosso due ambulanze e un’automedica.
Sono intervenuti anche i vigili del fuoco e la polizia. Non si conoscono le condizioni della persona rimasta coinvolta.
La circolazione della metro è interrotta tra Pagano e Bisceglie e sono in arrivo in superficie autobus sostitutivi di collegamento.
Cassazione assolve Maroni per contratti Eupolis
Roberto Maroni, ex ministro ed ex governatore della Lombardia, è assolto dalla Cassazione dall’accusa di aver favorito persone del suo entourage con dei contratti per incarichi ‘ad hoc’.
Ad avviso dei Supremi giudici il reato contestato – concorso in turbata libertà degli incanti – non è configurabile.
Maroni era condannato in appello a un anno di reclusione e 450 euro di multa. Assolti anche gli altri tre coimputati.
Insieme a Maroni, la Corte di Appello di Milano con sentenza dell’otto novembre 2019 aveva condannato a un anno di reclusione anche Giacomo Ciriello, ex capo di segreteria del governatore lombardo.
Condannata a sei mesi di reclusione anche Mara Carluccio, la ‘destinataria’ del contratto, e a dieci mesi e 20 giorni Andrea Gibelli , ex segretario generale del Pirellone.
Il verdetto assolutorio è emesso dalla Sesta sezione penale della Cassazione.
La vicenda riguardava il conferimento da parte di Eupolis Lombardia di una consulenza in favore della Carluccio, che secondo l’accusa sarebbe stata “turbata dalle concordate interferenze degli imputati”.
Gli ‘ermellini’ hanno annullato senza rinvio il verdetto di secondo grado, a quanto si è appreso.
Hanno ritenuto “non configurabile il reato contestato in relazione allo svolgimento non di una procedura di gara, ma di una mera comparazione di profili professionali di soggetti rimasti ignari del procedimento interno di selezione”.