Minacce e offese sessiste alle studentesse del Virgilio di Milano

Redazione
Minacce e offese sessiste alle studentesse del Virgilio di Milano

Minacce e offese sessiste alle studentesse del Virgilio di Milano. Commenti sessisti e omofobi scritti da compagni e non solo, nascosti dietro nomi fasulli; mentre due studentesse candidate al consiglio di istituto presentavano in diretta su youtube le proposte delle proprie liste.

È accaduto mercoledì nel corso dell’iniziativa online organizzata dal liceo Virgilio per consentire agli studenti un momento di confronto, attualmente impossibile da svolgere in presenza.

“Ma zia sei una donna chi vuoi che ti vota” ha scritto qualcuno; “quanto è butta sta qua” un altro o “zitta donna”; solo per citare alcuni dei commenti comparsi sotto il video, durante l’intervento delle ragazze appartenenti a entrambe le liste.

Le due non si sono lasciate intimidire e hanno lanciato la campagna #GliInsultiNonCiFermano; invitando tutti a pubblicare una propria foto accompagnata dal messaggio scritto su un foglio.

Appello accolto subito sui social

“È inaccettabile che anche all’interno del contesto scolastico si sfoci in atteggiamenti gravemente sessisti che fomentano il sistema patriarcale e oppressivo della nostra società” scrive Studenti Tsunami, mentre il Fronte della gioventù comunista condanna “senza appello la natura di tale gesto”.

Immediata e decisa anche la presa di posizione della scuola, con il preside Roberto Garroni che esprime “solidarietà personale e, ne sono certo, di tutta la comunità del Virgilio” alle ragazze.

Sottolinea, inoltre, come sia “inaccettabile che l’impegno di tutti, in una situazione così difficile, sia inficiato dall’atteggiamento di pochi irresponsabili che rischiano di pregiudicare l’utilizzo di una risorsa informatica interattiva potenzialmente molto utile per la scuola”.

Non si tratta del primo caso di uso scorretto degli strumenti online e, come accaduto per episodi precedenti, saranno presi provvedimenti se si riusciranno a individuare gli autori dei commenti.

“C’è un tema di responsabilità, la piattaforma d’istituto in questo senso ci aiuta a risalire a chi scrive – spiega Garroni – .

Questi ragazzi non si rendono conto di boicottare uno strumento prezioso, apprezzato dalla maggioranza dei loro compagni”.

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